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L'età cortese segna l'emergere della cavalleria, una classe sociale che incarna virtù come la lealtà e il coraggio. Questo periodo vede la donna elevata a simbolo di rispetto e la guerra trasformata in difesa della fede cristiana attraverso le crociate. La cavalleria media tra valori guerreschi e cristiani, raffinando i costumi dell'epoca.
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LA CAVALLERIA sostituisce l'aristocrazia guerriera feudale
IDEALE CAVALLERESCO
PRODEZZA (coraggio e valore in battaglia)
SETE DI GLORIA E SENSO DELL'ANORE
LEALTA'
GENEROSITA' CON I VINTI
RISPETTO DELLA PAOLA DATA
FEDELTA' AL SIGNORE O AL SOVRANO
LA VERA NOBILTA' E' QUELLA D'ANIMO
messi al servizio dei deboli e delle donne
guerra santa CROCIATE
in Francia le CANZONI DI GESTA esaltano le imprese a difesa della fede
culto della donna
Durante il tardo Medioevo, in particolare a partire dall'XI secolo, si assiste alla formazione della cavalleria come classe sociale distinta all'interno della società feudale europea. Questi cavalieri, inizialmente guerrieri a cavallo al servizio dei loro signori, si evolvono in una casta che abbraccia un codice di condotta basato su valori come l'onore, la lealtà, la prodezza e la cortesia. La cavalleria diventa sinonimo di un'etica che trascende la pura abilità militare, enfatizzando la nobiltà di spirito e di comportamento. Questi ideali sono promossi attraverso la letteratura, come i romanzi cavallereschi, e le pratiche sociali, come i tornei, che fungono da palestra per le virtù cavalleresche.
La cavalleria medievale rappresenta un punto di incontro tra la cultura marziale e l'etica cristiana. I cavalieri sono esortati a coniugare il loro ruolo di combattenti con i principi di pietà e carità cristiani. La Chiesa, cercando di temperare la violenza feudale, incoraggia i cavalieri a diventare difensori della fede e protettori dei deboli. Il concetto di "miles Christi" (soldato di Cristo) emerge per descrivere il cavaliere ideale che combina valore in battaglia con devozione religiosa, dando vita a un modello di condotta che integra forza fisica e virtù morali.
Nell'ambito della cultura cortese, la donna assume un ruolo centrale come musa ispiratrice e simbolo di virtù. La "donna ideale" è posta su un piedistallo, diventando oggetto di amore cortese, un tipo di amore platonico e idealizzato che esalta la purezza e la nobiltà. Questo amore diventa un mezzo attraverso il quale i cavalieri possono dimostrare e affinare le loro virtù. La poesia trobadorica, originaria del sud della Francia, e la letteratura cortese in generale, riflettono questa idealizzazione della donna e influenzano profondamente il comportamento e l'etica cavalleresca.
Le crociate, lanciate a partire dalla fine dell'XI secolo, rappresentano l'apice dell'intersezione tra doveri cavallereschi e imperativi religiosi. I cavalieri sono chiamati a partecipare a queste spedizioni militari con l'obiettivo di recuperare i luoghi santi cristiani e difendere la fede contro i musulmani. Le crociate sono viste come un'opportunità per i cavalieri di esercitare le loro virtù in un contesto di guerra santa, guadagnando onore e salvezza eterna. La letteratura epica, come le canzoni di gesta, glorifica i cavalieri crociati, elevando la loro lotta a un atto di devozione suprema.
L'etica cavalleresca si evolve per includere un forte senso di responsabilità sociale, in particolare la protezione dei deboli, delle vedove, degli orfani e delle donne. Questo principio di "protezione dei deboli" è radicato nella nozione cristiana di misericordia e si manifesta nella pratica cavalleresca di difendere coloro che non possono difendersi. La cavalleria, quindi, non solo raffina i valori guerreschi ma li eleva a un livello di servizio altruisitico, contribuendo a stabilire un ordine sociale più giusto e compassionevole. Tale trasformazione è fondamentale per comprendere il passaggio dalla brutalità delle guerre feudali a una società che valorizza la giustizia e l'onore.
renataromagnoli
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