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L'antica civiltà dell'Indo e del Gange fiorì tra il 3000 e il 2000 a.C., sviluppandosi lungo i fiumi omonimi. Caratterizzata da prosperità economica, organizzazione sociale e creatività artistica, ha lasciato città come Harappa e Mohenjo-Daro. I vallindi, abili in agricoltura e irrigazione, subirono l'influenza dei popoli arii.
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I POPOLI FURONO CHIAMATI VALLINDI
CRISI DELLA CIVILTÀ DELL'INDO (2000 a. C.
CAUSE SCONOSCIUTE
FORSE CATASTROFI NATURALI O INVASIONI DI ALTRI POPOLI
ROVINA DELLE CITTÀ
POPOLAZIONE TORNA A VIVERE IN PICCOLI VILLAGGI
CITTA' PIU' FAMOSE
HARAPPA
CITTÀ CON CIRCA 35000 ABITANTI
MOHENJO-DARO
CITTÀ CON CIRCA 70000 ABITANTI
GIUNTO DA OVEST, SI INSEDIO' NELLA VALLE DELL'INDO
FINO ALLA VALLE DEL FIUME GANGE
Le fertili valli dei fiumi Indo e Gange, nell'attuale subcontinente indiano, furono il terreno fertile per lo sviluppo di due delle più antiche civiltà del mondo, la Civiltà della Valle dell'Indo (3300-1300 a.C.) e la successiva cultura vedica lungo il Gange (1500-500 a.C.). La Civiltà della Valle dell'Indo, conosciuta anche come Civiltà Harappana, è celebre per le sue città ben pianificate, come Harappa e Mohenjo-Daro, e per un sistema di scrittura non ancora decifrato. La cultura vedica, che si sviluppò successivamente nella regione del Gange, è fondamentale per aver posto le basi dell'Induismo e per aver introdotto il Sanscrito, una lingua antica che ha influenzato molte lingue moderne dell'India.
Durante il primo millennio a.C., la valle del Gange vide l'ascesa di città-stato e regni che giocarono un ruolo cruciale nella storia dell'India antica. Varanasi, una delle città più antiche e continuamente abitate al mondo, e Patna, anticamente nota come Pataliputra, furono centri di potere, cultura e apprendimento. Queste città-stato si avvantaggiarono di un clima favorevole e di terreni fertili, che, insieme a innovazioni in agricoltura e sistemi di irrigazione, permisero loro di sostenere grandi popolazioni e di esercitare un'influenza culturale e politica estesa.
L'arrivo dei popoli arii, intorno al 1500 a.C., segnò un punto di svolta per le civiltà dell'Indo e del Gange. Questi migranti indoeuropei introdussero nuovi elementi culturali, tra cui il Rigveda, il più antico dei testi vedici, che contiene inni religiosi, rituali e filosofia. La fusione delle culture ariane con quelle autoctone portò a significative trasformazioni sociali, religiose e linguistiche, gettando le basi per la società indiana classica e per la diffusione dell'Induismo.
La Civiltà della Valle dell'Indo si distingue per il suo eccezionale livello di urbanizzazione e per le sue innovazioni tecnologiche. Città come Harappa e Mohenjo-Daro erano dotate di impianti di drenaggio sofisticati, grandi bagni pubblici e sistemi di misurazione standardizzati. Queste città mostrano una comprensione avanzata dell'urbanistica e dell'ingegneria civile, con una struttura che promuoveva l'igiene e l'ordine sociale.
Intorno al 1900 a.C., la Civiltà della Valle dell'Indo iniziò a declinare per ragioni ancora dibattute tra gli studiosi. Cambiamenti climatici, come il progressivo inaridimento della regione, insieme a possibili disastri naturali o invasioni, potrebbero aver contribuito al declino. Questo periodo di transizione vide la scomparsa delle grandi città e un ritorno a una vita più rurale e frammentata, segnando la fine di un'era di straordinaria ingegneria urbana.
Gli abitanti delle valli dell'Indo e del Gange, noti come vallindi, erano esperti agricoltori e costruttori. La loro abilità nell'irrigazione e nella gestione delle risorse idriche permise loro di massimizzare la produttività agricola e di sostenere popolazioni dense. L'influenza culturale dei popoli arii, integrata con le pratiche locali, portò a un arricchimento reciproco e a un progresso continuo nelle tecniche agricole, nelle infrastrutture idriche e nella società, che furono fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo di queste antiche civiltà.
jebol83
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