Le origini
La discussione sullo sviluppo sostenibile inizia nel 1972 quando si è tenuta la Conferenza delle Nazioni Unite per discutere dei diritti dell’uomo. Nel 1983, le Nazioni Unite hanno creato la Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo e nel 1992, a Rio de Janeiro si tenne il primo Summit della Terra (UNCED), durante il quale venne sviluppato il primo programma per l’ambiente e lo sviluppo, il noto Programma 21.
Nel 2012 si tenne un’altra Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (UNCSD), Rio + 20, e in preparazione di questa venne proposta l’idea degli SDG, nel 2011: il documento finale ha proposto diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile e obiettivi associati.
Nel gennaio 2013 è stato istituito l’Open Working Group, costituito da 30 membri dell’Assemblea generale delle Naziononi Unite per lavorare sugli SDG. L’OWG ha presentato la propria proposta di 17 obiettivi e 169 target nel settembre 2014, accettata nel dicembre dello stesso anno. Il 25 settembre 2015, i 193 stati membri dell’Assemblea Generale dell’ONU hanno adottato l’Agenda 2030.

Obiettivo 1: Povertà Zero
Il primo obiettivo di sviluppo sostenibile è Povertà Zero:
Porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque
La povertà è stata dimezzata già a partire dagli anni ‘90, tuttavia, più di una persona su cinque vive con meno di 1,25$ al giorno. Si parla di povertà quando mancano i servizi basilari quali assistenza sanitaria, sicurezza e istruzione.
I bambini corrispondono alla maggior parte di coloro che vivono in massima povertà. Tuttavia i dati sui bambini hanno notevoli lacune: in media, il 97% dei paesi possiede dati insufficienti per determinare lo stato dei bambini e proiettarsi verso l’obiettivo, mentre il 63% delle nazioni non possono fornire alcun dato sulla povertà infantile.
Il conseguimento del primo obiettivo viene ostacolato dalla crescente disuguaglianza, dalla condizione sempre più debole dello stato e dagli impatti del Cambiamento climatico.

Obiettivo 2: Fame Zero
Il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile è Fame Zero:
Porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile
A livello mondiale, una persona su nove è denutrita e vive nei paesi in via di sviluppo. Con l’Obiettivo 2 dell’Agenda dovremmo essere in grado di porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.
A partire dal 2017, solo 26 dei 202 paesi membri delle Nazioni Unite sono sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile, mentre il 20% non ha fatto alcun passo avanti e quasi il 70% non ha dati a sufficienza per determinare i progressi.
La finalità dell’obiettivo si otterrebbe duplicando la produttività agricola e le entrate dei piccoli produttori, garantendo sistemi di produzione alimentare sostenibili e migliorando la qualità dei terreni e del suolo. L’agricoltura fornisce i mezzi di sussistenza al 40% della popolazione globale ed è la più grande fonte di reddito per le povere famiglie rurali.

Obiettivo 3: Buona salute e benessere per le persone
Il terzo obiettivo di sviluppo sostenibile è Buona salute e benessere per le persone:
Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutti le età
Questo obiettivo è finalizzato a ridurre la mortalità sotto i cinque anni. Tra il 2000 e il 2016, il tasso di mortalità infantile è calato del 47%, ma il numero resta estremamente alto. Se l’attuale stile di vita continuerà a sussistere, più di 60 paesi falliranno nello scopo dello sviluppo sostenibile per il 2030 riguardante la mortalità neonatale. Circa la metà di questi paesi non raggiungerà il traguardo nemmeno per il 2050.
Anche la riduzione della mortalità materna fa parte del terzo obiettivo. Anche in questo caso il numero attuale di mortalità materna è estremamente alto, nonostante si sia registrato un calo del 37% dal 2000. La strategia principale è evitare le gravidanze adolescenziali e creare estrema consapevolezza del tema. L’obiettivo richiama la legittimazione e incentivazione di aborto e contraccezione, per il diritto all'accesso a servizi per la salute sessuale e riproduttiva.
L’obiettivo mira anche a raggiungere una copertura sanitaria universale che includa anche l’accesso ai medicinali di base e ai vaccini. L’attenzione alla salute e al benessere prevede anche obiettivi legati alla prevenzione dell’abuso di sostanze stupefacenti, nonché all’inquinamento e alla contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo.
