La figura di Alessandro Magno
Nato a Pella, in Macedonia, nel 356 a.C., Alessandro III di Macedonia, meglio noto come Alessandro Magno, è considerato uno dei più importanti conquistatori della storia. Colto, coraggioso e abilissimo stratega, poggiava le sue attività belliche sulla propaganda, intesa sia come influenza sui suoi soldati che per incutere timore ai suoi nemici.
Si circondò di storici e cronisti che potessero seguirlo in battaglia e narrare le sue gesta ai posteri e costellò la sua vita di gesti simbolici e discendenze leggendarie. Fu un abilissimo condottiero ma un pessimo statista, tanto che a dieci anni dalla sua morte il suo impero collassò. Morì a Babilonia a soli 33 anni, nel 323 a.C. e alla sua morte i suoi generali si spartirono i territori, dando vita ai cosiddetti regni ellenistici.

Le caratteristiche dell’Impero
Le campagne belliche di Alessandro Magno portarono alla costituzione del più vasto impero del suo tempo, che si estendeva per oltre 5 milioni di chilometri quadrati, sul quale coesistevano una grande varietà di culture e di etnie alle quali egli si rapportò con tolleranza e rispetto.
L’impero di Alessandro nacque sul calco dell’antico regno persiano degli Achemenidi, unito al regno dei Macedoni e quello degli Egizi, fino a toccare la maggior parte delle città greche e alcune tribù balcaniche. Infatti il collante che teneva insieme tutte le zone dell’impero era solo ed esclusivamente la figura di Alessandro: essendo uno stato multietnico non ci fu l'idea di appartenere tutti ad un unico popolo geograficamente delimitato.
Grazie alle sue conquiste la cultura greca si diffuse in maniera universale, inaugurando il cosiddetto periodo ellenistico.
La politica di Alessandro
Rispetto ai territori che annetteva al suo impero, Alessandro non si poneva come conquistatore ma come conservatore dell’ordine e protettore delle varie comunità.
In Europa Alessandro, succeduto a suo padre Filippo, fu proclamato re dei Macedoni. Il re deteneva il potere assoluto, non c’era un’altra forma di governo che fungeva da contraltare e solo l’esercito macedone legittimava la sua sovranità in relazione alla sua qualità di comandante e alle vittorie in guerra.
In Egitto e in Babilonia Alessandro venne accolto come liberatore dagli oppressori persiani: stabilì che il suo potere fosse una legittima successione del precedente governo dei re persiani in modo che questi ultimi non avrebbero potuto avanzare rivendicazioni sulla sua conquista dell’Asia.
Nel 334 a.C., infatti, Alessandro si spinse in Asia, occupata dalla dinastia persiana dagli Achemenidi, adottando però una politica differente rispetto a quella attuata in precedenza: si comportò da sovrano e conquistatore, non lasciò autonomia alle province occupate ma le pose sotto il controllo di satrapi (funzionari) macedoni e alla morte di Dario III venne riconosciuto come unico sovrano dell’Asia, annettendola alle sue precedenti conquiste.