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I codici digitali pesati sono essenziali per la rappresentazione binaria delle informazioni negli elaboratori. Variabili o fissi, non ridondanti o ridondanti, questi codici permettono di codificare l'alfabeto in bit, ottimizzando la trasmissione e la correttezza dei dati.
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REGOLA PER RAPPRESENTARE UN INSIEME DI SIMBOLI USANDO UN ALTRO INSIEME DI SIMBOLI
INSIEME FINITO DI SIMBOLI
SEQUENZA FINITA DI SIMBOLI DI QUELLO STESSO ALFABETO
GLI a SIMBOLI DI A TRAMITE b simboli di B - tramite una corrispondenza biunivoca
ALFABETO DA CODIFICARE SI CHIAMA ALFABETO SORGENTE O CODICE ESTERNO
RIDONDANTE
INSIEME DEI SOMBOLI CODIFICATI SI CHIAMA INSIEME CODIFICATO O CODICE INTERNO
NON RIDONDANTE
CODICE NON RIDONDANTE
USA IL NUMERO MINIMO DI BIT PER CODIFICARE TUTTI I SIMBOLI DELL'ALFABETO
I SIMBOLI CHE VENGONO CODIFICATI SONO IN NUMERO PARI ALLE CONFIGURAZIONI OTTNENIBILI CON LE CIFRE BINARIE UTILIZZATE
CODICE RIDONDANTE
USA PIù BIT DEL NECESSARIO PER CODIFICARE TUTTI I SIMBOLI DELL'ALFABETO
LUNGHEZZA PAROLA CODICE è COSTANTE
LUNGHEZZA PAROLA CODICE è VARIABILE
I codici digitali sono fondamentali per la rappresentazione di dati in sistemi elettronici e informatici. Essi si basano sull'utilizzo di bit, che possono assumere il valore di 0 o 1, per codificare informazioni. La lunghezza di un codice, ovvero il numero di bit utilizzati, può variare in base alle esigenze dell'applicazione e può essere sia fissa che variabile. Un codice si definisce non ridondante se rappresenta ogni simbolo con il minor numero di bit possibile, mentre è detto ridondante se include bit supplementari che migliorano l'affidabilità della trasmissione e consentono la correzione di errori.
I codici digitali si distinguono in codici a lunghezza variabile e a lunghezza fissa. I primi adattano il numero di bit in base alla frequenza dei simboli, assegnando meno bit ai simboli più frequenti per ottimizzare lo spazio di memorizzazione e la velocità di trasmissione. I codici a lunghezza fissa, invece, utilizzano una lunghezza costante per ogni parola codificata, facilitando la decodifica e risultando efficaci quando i simboli hanno frequenze di comparsa simili.
Il codice binario è la forma più comune di codice digitale pesato, utilizzato per codificare dati in sistemi digitali. Esso utilizza sequenze di bit per rappresentare un insieme di simboli. Il codice binario si divide in due categorie: non ridondante, che è efficiente ma vulnerabile agli errori di trasmissione, e ridondante, che include bit di parità o altri meccanismi di correzione che aumentano la robustezza del codice contro gli errori.
La costruzione di un codice segue regole specifiche che definiscono come rappresentare un insieme di simboli mediante configurazioni di bit. Queste regole costituiscono la codifica, che stabilisce una corrispondenza univoca tra i simboli dell'alfabeto sorgente e quelli dell'insieme codificato. La scelta tra codifica non ridondante e ridondante dipende dall'importanza data all'efficienza di rappresentazione rispetto all'affidabilità nella trasmissione e ricezione dei dati.
I codici sono definiti da tre elementi chiave: il codice stesso, l'alfabeto e la parola o stringa. Il codice è l'insieme di regole per la trasformazione dei simboli, l'alfabeto è l'insieme di simboli utilizzati, e la parola o stringa è una sequenza di simboli dell'alfabeto. La comprensione di questi elementi è essenziale per la progettazione di sistemi di codifica efficienti e affidabili, che sono fondamentali per il corretto funzionamento di dispositivi e sistemi di comunicazione digitali.
andrealeonardi
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