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Lo scetticismo nella filosofia moderna mette in dubbio la certezza della conoscenza. Da Nietzsche a Hume, scopri come ha influenzato morale e realtà.
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MONTAIGNE FU UNO DEI PRINCIPALI ESPONENTI DELLO SCETTICISMO NEL RINASCIMENTO
MONTAIGNE PROPOSE UNA RIFLESSIONE SULLA POSSIBILITÀ DI DIMOSTRARE LA VERITÀ DELLE NOSTRE CREDENZE SUL MONDO
HUME FU UN FILOSOFO SCOZZESE DEL XVIII SECOLO
HUME NEGÒ LA NECESSITÀ LOGICA E LA VALIDITÀ UNIVERSALE DEL NESSO DI CAUSALITÀ
HUME SOSTENNE CHE L'IO È COSTITUITO DA UN "FASCIO DI PERCEZIONI" PRIVO DI UN FONDAMENTO IMMUTABILE ED ESSENZIALE
HUME NEGÒ LA POSSIBILITÀ DI UNA FONDAZIONE RAZIONALE DELLA MORALE
NIETZSCHE FU UN FILOSOFO DEL XIX SECOLO
NIETZSCHE NEGÒ LA POSSIBILITÀ DELL’OGGETTIVITÀ IN OGNI CAMPO DELLA CONOSCENZA
NIETZSCHE NEGÒ LA POSSIBILITÀ DELL’OGGETTIVITÀ ANCHE IN CAMPO MORALE
IL PRAGMATISMO PREVEDE IL METODO DELLA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO, O EPOCHÉ
LA FILOSOFIA ANALITICA PREVEDE IL METODO DELLA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO, O EPOCHÉ
LA FENOMENOLOGIA PREVEDE IL METODO DELLA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO, O EPOCHÉ
Lo scetticismo filosofico, che affonda le sue radici nell'antichità con figure come Pirrone e Sesto Empirico, ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo del pensiero occidentale. Durante il Rinascimento e l'età moderna, lo scetticismo ha messo in discussione la possibilità di ottenere una conoscenza certa e indubitabile, influenzando profondamente il dibattito epistemologico. Le varie scuole scettiche hanno introdotto metodi di indagine critica, come il metodo della sospensione del giudizio (epoché), che hanno stimolato la ricerca di nuovi fondamenti per la conoscenza e la comprensione della realtà.
La fenomenologia, fondata da Edmund Husserl nei primi anni del XX secolo, si propone di ritornare "alle cose stesse" attraverso un'analisi diretta dell'esperienza vissuta. Il metodo dell'epoché, ovvero la sospensione dei giudizi preconcetti e delle assunzioni metafisiche, permette di esaminare la struttura dell'esperienza cosciente e di accedere alle essenze fenomenologiche. Questo approccio ha influenzato diverse discipline, dalla psicologia alla filosofia della mente, e ha aperto la strada a un nuovo modo di considerare la relazione tra soggetto e oggetto.
La filosofia analitica, sviluppatasi principalmente nel mondo anglosassone, si caratterizza per il suo impegno nel chiarire il significato e l'uso del linguaggio attraverso l'analisi logica. Filosofi come Bertrand Russell e Ludwig Wittgenstein hanno contribuito a definire questo approccio, che mira a risolvere problemi filosofici dissolvendo confusioni linguistiche e concettuali. La filosofia analitica ha avuto un impatto significativo su diverse aree della filosofia, comprese la logica, la filosofia della scienza e l'epistemologia, promuovendo un ideale di precisione e chiarezza.
Il pragmatismo, con esponenti come Charles Peirce, William James e John Dewey, ha introdotto un approccio alla verità e alla conoscenza basato sull'utilità pratica e sull'esperienza. Questa corrente filosofica sostiene che il significato e la verità di un'idea si rivelano attraverso le sue implicazioni pratiche e la sua capacità di guidare l'azione efficace. Il pragmatismo ha enfatizzato il ruolo dell'individuo e della comunità nel processo conoscitivo e ha influenzato il pensiero in ambiti come l'educazione, il diritto e la politica.
Friedrich Nietzsche ha rivoluzionato la filosofia con la sua critica radicale della conoscenza oggettiva e dei valori tradizionali. Egli ha messo in luce il carattere interpretativo di ogni conoscenza e ha sostenuto che le verità sono manifestazioni del potere e della volontà. La sua filosofia, che include concetti come la "volontà di potenza" e l'"eterno ritorno", ha avuto un profondo impatto sul pensiero del XX secolo, influenzando movimenti come l'esistenzialismo e il postmodernismo.
David Hume, attraverso la sua opera "Trattato sulla natura umana", ha esercitato un'influenza duratura sulla filosofia con la sua analisi empirica della mente umana. Hume ha sostenuto che la conoscenza deriva dall'esperienza sensoriale e che i concetti di causa ed effetto sono frutto di abitudini mentali. La sua critica alla possibilità di una conoscenza a priori e alla fondazione razionale della morale ha posto le basi per il successivo sviluppo dell'empirismo e del positivismo logico.
Michel de Montaigne, con le sue "Saggi", ha esplorato la natura incerta e soggettiva della conoscenza umana. Egli ha evidenziato come le nostre percezioni siano colorate dalle nostre esperienze e dalla nostra cultura, portando a una visione relativistica della verità. Montaigne ha anticipato temi centrali della filosofia moderna e postmoderna, come il relativismo culturale e l'importanza del contesto nella formazione delle credenze e dei valori.
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