Il fascismo è stato un movimento politico di estrema destra nato in Italia all’inizio del XX secolo. Ideatore del movimento fascista fu il politico, giornalista e dittatore Benito Mussolini.
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Il fascismo è stato un movimento nazionalista, autoritario, autocratico e totalitario. Tra i movimenti che lo ispirarono ci furono il futurismo e il decadentismo dannunziano, i cui esponenti (come ad esempio il futurista Filippo Tommaso Marinetti) poi aderirono al partito Fascista. Fu importante anche il contributo dei pensieri della sinistra non marxista e dei fenomeni nati come conseguenze della Prima Guerra Mondiale l'arditismo, gusto spavaldo e ostentato delle sfide e delle avventure dell'arma di fanteria del Regio Esercito italiano.
Il termine fascismo deriva dai Fasci di combattimento, un movimento politico fondato da Benito Mussolini nel 1919, il quale deriva a sua volta dai fasci, armi usate dagli antichi littori (guardie del rex che eseguivano le sue condanne). Si denota una forte influenza del mito di Roma sul fascismo, che tentò di fatto di restaurare gli antichi fasti imperiali romani.

Nelle elezioni del 1919, in Italia, il Partito Socialista era divenuto il primo partito. Il periodo post prima guerra mondiale fu caratterizzato da una grave crisi economica, da disoccupazione e conflitti sociali che misero in situazione precaria tutte le strutture statali.
Benito Mussolini, ex dirigente del Partito Socialista, raccolse il malumore di diverse classi sociali, tra cui principalmente i reduci di guerra e fondò un movimento politico di ispirazione socialista. Mussolini rivendicava i diritti dei reduci, rimasti disoccupati dopo la guerra e puntava il dito contro gli industriali, che con la guerra si erano arricchiti. I metodi del movimento erano molto spesso violenti. I nemici del movimento erano sindacati e partiti socialisti.
La violenza crebbe considerevolmente, fino ad arrivare nel 1922 alla marcia su Roma. Il re Vittorio Emanuele III per evitare ulteriori spargimenti di sangue decise di conferire l’incarico di primo ministro a Mussolini che formò un governo di coalizione composto da nazionalisti, liberali e popolari. Grazie alla legge elettorale Acerbo, il partito fascista ottenne un grande successo alle elezioni, anche grazie a brogli, violenze e intimidazioni contro gli oppositori.
Momento topico fu il delitto Matteotti: da quel momento il governo assunse connotazioni dittatoriali e totalitari. Giacomo Matteotti aveva denunciato in parlamento i brogli. Di fatto, Mussolini si prese la responsabilità del delitto Matteotti, proclamando la dittatura. Le uniche opposizioni erano guidate principalmente da anarchici, comunisti, socialisti; molti di questi pagarono con la vita, l’esilio o pene detentive la loro opposizione al regime.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mussolini dichiarò l’Italia non belligerante. Successivamente impressionato dalle vittorie tedesche, si convinse erroneamente di una vittoria dell’Asse e annunciò l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania. L’incapacità dell’esercito portò a sconfitte su tutti i fronti, gli apparati militari arrivarono al collasso e si arrivò quindi all’invasione della Sicilia da parte degli Alleati. Nel 1943 per iniziativa di importanti gerarchi, con l’appoggio del Re, venne arrestato Mussolini. Vi fu un improvviso crollo del regime. Nell’aprile del 1945 gli ultimi dirigenti rimasti in vita – compreso Mussolini – vennero catturati e fucilati. Con la morte di Mussolini l’esperienza fascista si concluse.

Quando il partito fascista giunse al potere, il mondo non guardava ad esso con sfavore, soprattutto per il suo impegno anti-bolscevico. Il fascismo italiano provocò in Europa la nascita di movimenti fascisti e filo-fascisti. La somiglianza nella maggior parte dei casi era legata al culto del capo, della violenza e dell'anticomunismo. Il più famoso movimento para-fascista fu il NSDAP tedesco di Hitler.