Gli Etruschi furono un’antica popolazione italica stanziatasi in varie zone della Penisola, principalmente in Toscana, in Umbria e nel Lazio, tra VIII secolo a.C. e I secolo d.C. Inizialmente dediti all’allevamento e alla pastorizia, assimilarono ben presto conoscenze, abitudini e tradizioni dei popoli che incontravano durante il loro processo di affermazione.
In questa mappa concettuale verrà posta l’attenzione sulla loro storia, in particolare:

La fase più antica della civiltà etrusca, l’età villanoviana, deve il suo nome ad un paese nei pressi di Bologna dove avvenne un’importante scoperta archeologica: venne rinvenuto un sepolcreto con un ossuario, cioè un vaso che conteneva i resti del defunto, un elemento ricorrente nelle scoperte archeologiche riferibili alla cultura etrusca.
Dediti al nomadismo e alla pastorizia, le loro attività si legano ai luoghi in cui scelsero di stanziarsi: allevamento del bestiame nelle Marche, in Abruzzo, in Campania e in Calabria; ricercatori di metalli, in particolare di ferro, nel Lazio settentrionale, sulle coste e nell’arcipelago toscano. Secondo gli studiosi, è in questa fase che nacquero i primi agglomerati urbani, sintomo dell’esigenza degli etruschi di superare la divisione in tribù. Ogni agglomerato era provvisto di un sepolcreto, testimonianza indiscussa di un antico stanziamento.
Le teorie sulle loro origini sono molte e piuttosto discordanti: pare che fossero i discendenti diretti dei popoli della civiltà appenninica, dai quali ereditarono l’amore per la terra e per gli animali, e che durante l’età villanoviana riuscirono a diffondersi su un’area molto estesa, che dall’Emilia Romagna giungeva a Pontecagnano, in provincia di Salerno.
Le abitazioni degli Etruschi erano piuttosto semplici, realizzate con materiali facilmente deperibili come legno ed argilla e per questo motivo non sono state rinvenute evidenze archeologiche consistenti. Le capanne erano distanziate tra loro da spazi vuoti, probabilmente finalizzati alla coltivazione e alle attività agricole.
I corredi funerari etruschi rinvenuti e riferibili al IX secolo a.C., dunque in piena età villanoviana, sono molto semplici e scarni: è possibile distinguere il sesso del defunto ma non la sua condizione sociale, il che farebbe pensare a una società egualitaria. Solo all’inizio del VIII secolo a.C. i corredi funebri si impreziosiscono, diventando testimoni di una differenziazione sociale che porterà alla nascita dell’aristocrazia.

Il periodo intorno al VIII secolo a.C. in cui avvenne il contatto con il mondo greco, che viene definito età orientalizzante, determinò alcune modifiche sostanziali nella società e nella civiltà etrusca. Dai greci gli etruschi appresero nuove modalità di produzione della ceramica e si adattarono alla loro religione, facendo corrispondere le divinità tradizionali etrusche a quelle greche.
Questo periodo coincide con l’espansione degli Etruschi su tutta la penisola italica: sconfissero i Focei di Marsiglia alleandosi con i Cartaginesi, riuscirono ad espandersi nella Pianura Padana e nel Lazio, ma dovettero arrendersi di fronte alla potenza del Re Gerone I di Siracusa, che impedì agli Etruschi di addentrarsi più a sud.
I nuovi possedimenti, ricchi di metalli e soprattutto di ferro, permisero agli Etruschi di affinare le proprie capacità di estrazione e lavorazione dei metalli, tanto che l’artigianato etrusco diventò traino dei commerci via mare.
I Romani e gli Etruschi furono acerrimi nemici già a partire dall’VIII secolo: la loro pericolosa vicinanza e l’esposizione sulla costa tirrenica non fece altro che scatenare una concorrenza agguerrita su chi avrebbe dovuto detenere il controllo della navigazione e dei commerci. Sebbene furono popoli in continua guerra tra loro, il loro contatto fu permeante: basti pensare che gli ultimi re di Roma, i Tarquini (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo), erano una dinastia etrusca.
Sotto il loro governo, Roma visse una fase di splendore grazie l’irrobustimento di opere pubbliche come acquedotti, mura, templi e fogne. Dai Tarquini, i Romani appresero l’arte e la strategia della guerra che li portarono, di lì a poco, ad essere la potenza più importante del mondo occidentale.
Intorno al V secolo ebbe inizio il declino degli Etruschi: attaccati su più fronti da Romani, dagli Osci e dai Galli, i loro possedimenti si rimpicciolirono velocemente, subendo anche il blocco dei commerci marittimi ad opere del Re Gerone I; le città etrusche, indebolite e sfinite dalle guerre, vennero gradualmente inglobate nei possedimenti dei loro nemici, in particolare dai Romani.
Con la Lex Julia dell’89 a.C. venne posta fine alla loro autonomia, fino a quel momento preservata. Ad ogni modo, la cultura etrusca finì per influenzare quella romana soprattutto nell’utilizzo di alcuni elementi architettonici, nel culto di alcune divinità e nella tradizione del predire il futuro.