Il romanzo dei promessi sposi, è un’opera con una struttura narrativa suddivisa in trentotto capitoli. E’ possibile suddividere tali capitoli in blocchi per delineare i fatti e le vicende della trama del romanzo.
In questa mappa concettuale infatti, sarà descritta la trama nei seguenti blocchi:
Manzoni dedica l’apertura del suo romanzo ad un’attenta descrizione del luogo in cui è ambientato il romanzo, una zona del lecchese, dove il fiume Adda incontra il lago di Como.

La vicenda si apre la sera del 7 novembre del 1628, è tutto pronto per il matrimonio dei due protagonisti Renzo e Lucia. Durante la sua solita passeggiata don Abbondio, che avrebbe dovuto celebrare le nozze dei protagonisti, viene minacciato dai bravi di don Rodrigo, affinché non celebri quelle nozze.

Don Abbondio terrorizzato decide di rinviare le nozze dei due e Renzo, adirato uscendo dalla canonica, incontra la domestica del sacerdote. Perpetua fa capire a Renzo il vero motivo della mancata celebrazione del matrimonio. Le minacce di don Rodrigo derivano da una scommessa del nobiluomo con il cugino Attilio: possedere Lucia.
Renzo dopo aver appreso i sotterfugi di don Rodrigo, si confronta con Lucia ed Agnese, madre di Lucia e, insieme decidono di andare dall’avvocato detto Azzeccagarbugli per chiedere giustizia. L’avvocato inizialmente pensa che Renzo sia uno dei bravi ma appena capisce che invece egli vuole giustizia contro don Rodrigo, lo caccia via in modo brusco. Così, decidono di rivolgersi al fidato fra Cristoforo che decide di affrontare don Rodrigo. L’incontro con fra Cristoforo non fa cambiare idea al nobil uomo anzi tra i due si crea una discussione animata. Don Rodrigo si sente minacciato e intimorito così caccia in malo modo il frate.

Fra Cristoforo annuncia il fallimento del suo incontro con don Rodrigo così, Renzo e Lucia guidati da Agnese decidono di progettare un matrimonio a sorpresa in casa di don Abbondio.
Nel frattempo don Rodrigo pianifica il rapimento di Lucia e quella stessa sera i bravi fanno irruzione nella casa della protagonista, vuota perché tutti impegnati nelle “nozze irregolari”. Anche queste ultime falliscono e Lucia, Agnese e Renzo venendo a sapere del tentato rapimento, si recano a Pescarenico presso il convento di fra Cristoforo.
L’allarme lanciato da don Abbondio con il suono delle campane, crea un grande trambusto nel villaggio, anche i bravi sono costretti a fuggire. Intanto sotto consiglio di fra Cristoforo, Renzo scappa per trovare rifugio in un convento dei cappuccini a Milano mentre Lucia ed Agnese si dirigono con una piccola barca, in quello di Monza.

E’ proprio in questo contesto che Manzoni esprime tutta la tutta la spiritualità, l’elegia e l’animo di Lucia con “l‘addio ai monti “. Il pianto di Lucia, l’abbandono delle cose più care è uno dei momenti più intimi e psicologici del romanzo.
Lucia arriva presso il convento di Monza e viene accolta da Gertrude che si occuperà della sua protezione. Questa parte del romanzo, Manzoni la dedica ad un excursus su Gertrude detta la monaca di Monza. Racconta la storia della monaca, diventata suora per volere del padre, principe feudatario di Monza. Crescendo Gertrude capisce che la vita religiosa non era giusta per lei ma per compiacere la famiglia comunque diventa monaca. In convento cede alla tentazione di Egidio, impegnandosi in una relazione sventurata, piena di menzogne e ricatti.
Renzo recatosi a Milano, non riesce ad entrare nel convento e si trova coinvolto nelle rivolte scoppiate a Milano per il rincaro del pane. Durante i tumulti di San Martino, Renzo fa un discorso di critica alla giustizia e tra la folla c’è un “birro” in borghese che successivamente viene a scoprire il suo nome. In un'osteria Renzo si ubriaca e il giorno dopo viene arrestato. Riesce a fuggire dall'arresto e si rifugia nel bergamasco da suo cugino Bortolo che lo ospita e gli trova un lavoro sotto falso nome. Nel frattempo don Rodrigo, adirato con fra Cristoforo, chiede al conte zio, membro del Consiglio Segreto, di punirlo. Il Conte attraverso il padre provinciale dei cappuccini fa trasferire fra Cristoforo a Rimini.

Don Rodrigo si rivolge all’Innominato per far rapire Lucia. Con l’aiuto di Egidio e Gertrude, Nibbio, mandato dall’Innominato rapisce Lucia. La ragazza in preda alla paura supplica l’Innominato di liberarla e lo invita a redimersi.
Durante la notte, Lucia fa un voto di castità alla Madonna affinché la salvi e l’Innominato sopraffatto da sensi di colpa è quasi sul punto di uccidersi. Grazie al cardinale Federico Borromeo, in visita in quei luoghi l’Innominato si pente e si converte e per prima cosa libera Lucia.

In questi capitoli Manzoni si dedica a raccontare le vicende storiche dell’epoca: la discesa dei Lanzichenecchi, la guerra di successione al ducato di Mantova e la diffusione della peste. Agnese, Perpetua, don Abbondio e i contadini in fuga si recano presso il castello dell’Innominato per mettersi in salvo dalle guerriglie. Lucia viene ospitata dal cardinale.
Con i Lanzichenecchi si diffonde in Lombardia e a Milano la peste, Renzo, Perpetua, don Abbondio e don Rodrigo si ammalano. Perpetua muore, Renzo guarisce torna al paese per cercare Lucia, si dirige poi a Milano al lazzaretto.
Manzoni poi descrive la situazione creata dalla peste, i morti sui carri, la disperazione e l’orrore. Famoso è il racconto della madre di Cecilia.

Renzo arriva al lazzaretto dove trova fra Cristoforo che soccorre gli ammalati. Incontra don Rodrigo e gli concede il suo perdono e riesce a ricongiungersi con Lucia. Intanto fra Cristoforo scioglie il voto di castità di Lucia.
Gertrude viene arrestata, don Rodrigo muore di peste e Renzo e Lucia finalmente si congiungono in matrimonio. Si trasferiscono nella bergamasca dove Renzo e suo cugino comprano un’azienda tessile mentre Lucia si dedica ai figli.
L’ultimo capitolo si chiude con un insegnamento di Manzoni: la fiducia in Dio addolcisce i mali e li rende utili per una vita migliore.
