La Prima Guerra Mondiale ebbe iniziò il 1° Agosto 1914, quando la Germania dichiarò guerra alla Russia e alla Francia.
In questa mappa concettuale andremo a vedere:
L’intenzione dell’esercito tedesco di attaccare la Francia dal nord passando per Belgio e Paesi Bassi, si basava sul piano ideato dal generale Alfred Von Schlieffen. Il suo obiettivo era quello di evitare la frontiera francese e arrivare direttamente al centro della città di Parigi con il suo esercito. Il 2 Agosto la Germania invase lo stato neutrale del Lussemburgo e il 4 agosto e invase il Belgio. Questa azione della Germania spinse il governo britannico a dichiarare guerra contro i tedeschi. Il 22 agosto ebbe inizio la grande battaglia delle Frontiere durante la quale fu sconfitta la quinta Armata francese.
In seguito i tedeschi continuarono ad avanzare, mentre sia i francesi sia i belgi iniziarono a ripiegare. Il panico si diffuse a Parigi e quasi tutti i cittadini abbandonarono la città, ma il generale francese organizzò una nuova armata.
Il 5 settembre i francesi passarono al contrattacco e riuscirono a bloccare l’avanzata tedesca a est di Parigi. I tedeschi abbandonarono il piano Schlieffen.
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Nel 1914 la Germania possedeva terreni limitati nel continente africano, poiché Inghilterra e Francia prendevano il sopravvento sulla maggior parte delle colonie. Uno scontro molto lungo fu quello in Africa Orientale tedesca (odierna Tanzania) che terminò solo nel 1918, quando la Germania capitolò.
L’evento che segnò la conclusione definitiva del colonialismo tedesco fu la dichiarazione di guerra da parte del Giappone il 23 agosto 1914. Le truppe giapponesi presero facilmente possesso dei territori tedeschi.
Al principio del conflitto le due flotte principali che si sfidarono nel Mar del Nord erano quella britannica e quella tedesca, nonostante la Germania fosse consapevole di possedere una flotta marina più debole.
Per questo motivo cercò di evitare per molto tempo lo scontro diretto ,aspettando che fossero indeboliti dai colpi dei sommergibili e posamine e dal calo dei commerci con le colonie. Nonostante ciò la guerra nel Mar Mediterraneo iniziò a causa di un errore: due navi tedesche avevano ricevuto l’ordine da Berlino di dirigersi verso Costantinopoli. La Royal Navy le inseguì con poco successo.
Anche negli oceani la Germania fu l'obiettivo principale per le flotte alleate. La Germania, però, doveva sia concentrare le proprie forze per la difesa necessaria nelle mar del Nord sia difendere le rotte marittime dell’India.
I frequenti attacchi da parte delle navi britanniche servirono per liberare l’oceano Indiano dalla presenza dei nemici. In questo modo le rotte oceaniche, importanti per il trasporto dei rifornimenti e delle truppe, diventarono molto più sicure.
All'inizio del conflitto il governo ottomano manteneva ancora una posizione neutrale, nonostante i rapporti consolidati che aveva con la Germania, che da tempo investiva per lo sviluppo economico dell’impero ottomano e per l’addestramento delle sue truppe.
La decisione definitiva del governatore turco di allearsi con la forza tedesca avvenne dopo che i britannici sequestrarono due navi da battaglia ottomane e i tedeschi, invece, cedettero le due navi da guerra che sfuggivano alla caccia nel Mediterraneo.
La battaglia sul fronte del Caucaso fu molto difficile per entrambi gli eserciti nemici a causa del terreno inaccessibile e del rigido clima invernale. Nonostante ciò le truppe russe riuscirono ad abbattere definitivamente gli ottomani e la 3ª Armata ottomana cercò di ritirarsi attraverso le montagne innevate.
L’avanzata russa provocò nei turchi un risentimento nei confronti della popolazione armena, per alcuni sospetti sul fatto che avessero aiutato le truppe dello zar. L’8 aprile iniziarono una serie di fucilazioni, massacri e deportazioni: venne messo in atto un vero e proprio genocidio della popolazione.
In seguito alla situazione difficile che si presentava sul fronte caucasico, la Russia chiese al Regno Unito di attaccare la Turchia nei Dardanelli, per costringerla a richiamare nel proprio territorio alcune truppe. L’obiettivo era quello di occupare Costantinopoli, approfittando della debolezza della marina turca rispetto a quella anglo-francese.
In realtà l’attacco fu un vero e proprio fallimento, in quanto, grazie all’aiuto tedesco, gli ottomani avevano disseminato lungo il territorio dello stretto un grande numero di mine.
Le truppe anglo-francesci (gli Alleati) decisero quindi di sbarcare sulla penisola di Gallipoli, ma anche in questa occasione le forze ottomane riuscirono a bloccare l’attacco, fino a che gli Alleati decisero di ritirarsi da Gallipoli.
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In Palestina fu aperto un nuovo fronte, in quanto l’Egitto era stato definitivamente assoggettato dall’impero ottomano nonostante fosse politicamente sotto il controllo del Regno Unito sin dal 1880. In particolare i britannici volevano riappropriarsi del canale di Suez.
L'offensiva di Suez iniziò il 28 gennaio 1915 ma dopo una settimana di scontri le forze ottomane furono respinte.
Sul fronte occidentale la guerra continuava con una serie di tentativi fallimentari per i due schieramenti. Nel contempo però rafforzarono le proprie posizioni di difesa scavando trincee sempre più profonde e sicure e costruendo nuovi rifugi.
L’unico attacco più significativo fu quello del 22 aprile del 1915, quando durante la seconda battaglia di Ypres, i tedeschi utilizzarono per la prima volta gas velenosi dando inizio alla guerra dei gas.
Nonostante anche le forze alleate impegnarono nel conflitto la stessa quantità di gas dei tedeschi, inflissero danni meno evidenti, dimostrando così che le tattiche tedesche erano molto più efficienti.
Per poter uscire una volta per tutte dalla guerra erano necessarie nuove strategie. La Germania, infatti, rafforzò la guerra sottomarina e attaccò tutti i tipi di navi, anche quelle neutrali o quelle che servivano per i rifornimenti britannici. Nello stesso periodo iniziò la guerra di mine, una nuova pratica che fu utilizzata fino alla fine del conflitto.
All’inizio del conflitto in Italia la popolazione era maggiormente a favore con la neutralità del paese. Nacquero nel 1914 piccoli gruppi di interventisti i quali si lamentavano della posizione passiva dell’Italia.
L'Italia entrò in guerra affiancando le potenze centrali, in cambio di alcuni territori come il Trentino, isole della Dalmazia, Gorizia. Una settimana dopo l'Austria-Ungheria rifiutò le condizioni e l'Italia fece ulteriori richieste che furono accettate dall’Intesa. Il ministro degli esteri Sidney Sonnino firmò con l’Intesa il patto di Londra (26 aprile 1915).
L'obiettivo delle truppe italiane guidate da Luigi Cadorna fu quello di attaccare i territori austro-ungarici. Nonostante gli italiani fossero molto più numerosi, tutti gli attacchi italiani furono fallimentari e disastrosi per la popolazione che non riuscì a raggiungere Gorizia e Trieste.
