
Il pessimismo e l’inquietudine
La poetica di Foscolo fu influenzata dalle teorie dell’illuminismo basate sul materialismo e meccanicismo. Il materialismo si basava sulla concezione che tutto ciò che realmente esiste è la materia quindi qualsiasi cosa ha una natura materiale. Il meccanicismo, invece, si fonda sul concetto che tutto ciò che esiste è formato da più parti assemblate tra loro.
Queste due concezioni quindi si oppongono al vitalismo, alla forza vitale che anima le cose e allo spiritualismo. Da queste riflessioni Foscolo riuscì ad allontanare tutte le superstizioni ma allo stesso tempo fecero nascere in lui il pessimismo, l’inquietudine verso l’oblio e il nulla eterno che l’uomo affronta dopo la morte.
Questa angoscia causata dall’eternità influenzò molto sia la prosa che la poetica di Foscolo conferendo ai suoi scritti una nota drammatica. Egli fu ispirato soprattutto da altri due grandi letterati: Vittorio Alfieri e Giuseppe Parini.
I temi
I temi affrontati da Foscolo furono molti, tra questi ritroviamo l’arte, la politica, la morale, la storia e la religione. Non era religioso ma ateo e razionalista, a differenza di Manzoni che poneva molta fiducia in Dio, egli preferì dare una sua interpretazione ai valori spirituali e alla religione, infatti definì la fede una “religione delle illusioni" che differiva da una persona all’altra poiché era personale e propria.
Foscolo si concentrò anche sui valori dell’amore, libertà, piaceri della vita, la bellezza e le nobili imprese degli uomini intese come amore verso la patria. Egli celebrò sia la Zante che l’Italia, egli definì la sua patria come una grande famiglia, “certezza dell’arte, di campi e di sepoltura”.
Grande impegno dedicò alle imprese dei nobili uomini che lui celebrò attraverso il simbolo dei sepolcri. Utilizzò questo espediente per sottolineare un legame di affetto verso la patria, come simbolo di civiltà e come esempio per gli uomini. I sepolcri rappresentavano un modo per ricordare ai vivi le nobili imprese compiute dagli eroi del suo tempo e per ricordare e omaggiare gli uomini illustri. I sepolcri inoltre erano uno strumento di ispirazione per i vivi ed inutili ai morti.
L’estetica neoclassica
Ugo Foscolo si ispirò molto alla corrente neoclassica cioè ai modelli greci, alla mitologia, dei ed eroi, utilizzando le teorie di Evemero che trasformava le persone illustri e gli eroi in dei nei suoi scritti. Il ricorso ai modelli greci e alla mitologia permettevano a Foscolo di evadere dal mondo reale distrutto dagli orrori e dalle guerre di quel periodo.
Il suo stile si può definire neoclassicismo spiritualizzato, caratterizzato dall’uso di endecasillabi e da pochi espedienti decorativi. I suoi scritti erano concepiti come un impegno civile, attraverso cui l’uomo dovrebbe elevarsi. Foscolo non riponeva più fiducia nel progresso e nell’umanità infatti definisce il mondo come una foresta di belve.
