La nascita di Dante
Non si conosce con esattezza la data di nascita di Dante Alighieri, anche se gli studiosi concordano con l’anno 1265. Questa data è stata ricavata da alcuni indizi presenti nei versi delle sue opere, in particolare nell’Inferno e nel Paradiso della Divina Commedia. Il poeta, scrittore e politico italiano nasce a Firenze da una famiglia benestante di secondaria importanza all’interno dell’élite fiorentina del tempo.
Gli studi di Dante
Anche se non abbiamo dettagli precisi sui primi studi di Dante, molto probabilmente la sua prima formazione avvenne con la guida di un doctor puerorum, un grammatico con il quale all’epoca si apprendevano le basi della lingua.
Siamo intorno alla fine del XIII secolo, dopo aver appreso i primi rudimenti linguistici, si passava allo studio delle arti liberali:
- aritmetica, geometria, musica, astronomia da un lato (quadrivio);
- dialettica, grammatica e retorica dall'altro (trivio).
Fondamentale per gli studi di Dante fu l’incontro con Ser Brunetto Latini, politico e studioso fiorentino, avvenuto intorno agli anni ‘80 del 1200. Il Latini ebbe una grande influenza sul poeta fiorentino sia a livello umano sia a livello letterario. Da lui Dante impara ad apprezzare la letteratura intesa nel suo senso civico, nella sua accezione di “utilità civica”. Nel canto XV dell’Inferno lo ricorda con affetto come figura paterna.
Durante la sua giovinezza Dante incontra Guido Cavalcanti, poeta e filosofo italiano del Duecento ed esponente di spicco della corrente poetica del dolce stil novo. Il Cavalcanti fu un amico stretto di Dante che lo menzionerà nelle sue opere.
Attraverso l’incontro con il più anziano Cavalcanti, Dante verrà influenzato dal Dolce Stil Novo, vivace corrente letteraria dell’epoca, che proponeva una lirica dolce e soave in contrapposizione alla complessità stilistica e linguistica della Scuola Siciliana, movimento poetico sorto intorno alla corte di Federico II di Svevia, che ruotava attorno alla celebrazione dell’amor cortese.
Dopo la morte di Beatrice, Dante si immerge nello studio della filosofia e viene colpito maggiormente dalle figure di Platone ed Aristotele.
L’impegno politico di Dante
Oltre ad esser stato tra i più grandi poeti e scrittori italiani, Dante fu impegnato in politica nel contesto della Repubblica Fiorentina. Fece parte del Consiglio del Popolo, organo che affiancava la figura del Capitano del Popolo, pensato per bilanciare politicamente la forza delle famiglie nobili che rappresentavano il ceto borghese dell'epoca. Inoltre, nel 1300 divenne priore, carica pubblica eletta tra gli appartenenti alle ventuno Corporazioni delle arti e mestieri della Repubblica Fiorentina.
Mentre era inviato come ambasciatore a San Gimignano nel maggio del 1300, all’interno del partito Guelfo si creò una frattura importante per motivi politici ed economici tra:
- Guelfi Neri, capeggiati dalla famiglia dei Donati, che portavano avanti politiche conservatrici e aristocratiche, appoggiate dalla società fiorentina più benestante. Erano sostenuti da Papa Bonifacio VIII, che intendeva imporre il dominio della Chiesa sulla Signoria. Nonostante Dante appartenesse al partito guelfo, cercò di ostacolare la politica del Papa, visto da lui come esempio supremo della decadenza morale della Chiesa dell’epoca.
- Guelfi Bianchi, capeggiati dalla famiglia Cerchi, erano favorevoli alla Signoria e si distinguevano per una politica moderatamente popolare in contrapposizione all’ingerenza della Chiesa sul Governo della Repubblica Fiorentina.
Dante, che ricopriva un incarico politico a Firenze, non si sottrasse alla scissione e si schierò in maniera moderata dalla parte dei guelfi bianchi. Si scontrò apertamente con papa Bonifacio VIII, citandolo nel XIX canto dell’Inferno.
L’esilio di Dante
Mentre si trovava a Roma nel 1302, Firenze venne messa a ferro e fuoco e iniziò a una politica di sistematica persecuzione degli esponenti politici di parte bianca ostili al papa. Dante viene condannato per baratteria dal nuovo podestà di Firenze Cante Gabrielli, al rogo e alla perdita delle proprietà ed esiliato da Firenze. Fu ospitato in varie corti italiane e non fece mai più ritorno alla sua città natia.
L’esilio di Dante si può dividere in tre periodi:
- L’esilio tra Forlì e la Lunigiana dei Malaspina (1304-1310)
- Il ghibellin fuggiasco e la discesa di Arrigo VII in Italia (1310-1313)
- L’elisio tra Verona e Ravenna (1313-1321)
Morte di Dante
Dante Alighieri morì nel 1321 a Ravenna, probabilmente a causa della malaria.