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Il Barone Rampante di Italo Calvino narra le vicende di Cosimo Piovasco di Rondò, un nobile che decide di vivere sugli alberi senza mai toccare terra. La sua esistenza tra i rami diventa un simbolo di libertà e resistenza, influenzando la vita di coloro che incontra, dalla famiglia ai briganti, fino al suo unico amore, Viola.
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IMMAGINE 1
DAL 1767 AL 1820
LITIGA CON I GENITORI
DECIDE DI SALIRE SU UN ALBERO
LA VITA SUI RAMI DEGLI ALBERI DELLA FORESTA
CRESCE PERSONALMENTE
STUDIA FILOSOFIA
UN ATTACCO CONTRO I PIRATI
RELAZIONI CON I NOBILI SPAGNOLI
SI IMPEGNA POLITICAMENTE
LA RIVOLUZIONE FRANCESE
AGGRAPPANDOSI AD UNA MONGOLFIERA
BUTTARSI IN MARE
NON SCENDERA' PIU' PER TUTTA LA VITA
FORTE, AGILE E ADATTO ALLA SOPRAVVIVENZA
RIESCE A SOPRAVVIVERE SUGLI ALBERI
COSTANZA E ORGOGLIO
ALTRUISMO, APERTURA, CARISMA, NATURALEZZA
FEDELE AMICO E COMPAGNO
ALTRUISTA E ACCONDISCENDENTE
RUOLO NEUTRO
ARMINIO
AMBIZIOSO E DISTINTO
"FUORI TEMPO"
CORRADINA
AUTORITARIA MA PREMUROSA
FORTE LEGAME CON COSIMO
CARATTERE INCOSTANTE
MATURA
INFANTILE E VIZIATA
INAFFIDABILE
L'UNICO AMORE DI COSIMO
SARÀ FEDELE TORNATA DAL COLLEGIO
SI LASCIANO PER INSENSATE GELOSIE
BRIGANTE
CERCA DI EVOLVERSI
RICADE NEL BRIGANTAGGIO
VIENE GIUSTIZIATO
“Il Barone Rampante", scritto nel 1957 da Italo Calvino, fa parte di una trilogia assieme ai libri “Il visconte dimezzato” (1952) e “Il cavaliere inesistente” (1959). Viene ambientato in modo da coprire l’intero periodo della Rivoluzione francese, iniziando con la nascita del protagonista nel 1767 e terminando con la sua morte nel 1820.
Il protagonista, Cosimo Piovasco di Rondò, nasce in una famiglia nobile della Liguria, con cui litiga all’età di 12 anni. In seguito a questo alterco, scappa e decide di salire su un albero, affermando sin da subito che non avrebbe mai più toccato terra.
Trascorrendo la sua vita tra i rami della foresta compie un percorso di formazione personale, studiando filosofia e riuscendo a mantenere vive le sue relazioni sociali. Non solo coltiva le relazioni con la sua famiglia, ma fa nuove conoscenze – sia con popolani che con dei nobili spagnoli che seguivano il suo stesso stile di vita. Riesce addirittura a presentarsi come leader in due occasioni:
- Guidando un attacco contro i pirati;
- Cercando invano di far aderire la popolazione alla Rivoluzione francese, appellandosi anche ad un generale.
Rimanendo coerente alla sua promessa adolescenziale, Cosimo non scenderà mai più a terra. Una volta vecchio e fisicamente provato da quello stile di vita, decide di aggrapparsi ad una mongolfiera di passaggio per poi gettarsi in mare – mettendo così fine alla sua vita.
Il protagonista del libro ha caratteristiche ben delineate. Dal punto di vista fisico, egli è forte e agile: per questo riesce a impostare la sua vita sugli alberi, assecondando la sua indole irremovibile. Si potrebbe dire che, per inclinazione personale e per robustezza è naturalmente adatto alla sopravvivenza: aiutandosi con l’ingegno infatti riesce non solo a procacciarsi il cibo, ma anche a percorrere diverse centinaia di chilometri e a ripararsi dalle variazioni meteorologiche.
Dal punto di vista caratteriale, Cosimo ha una personalità dalle diverse sfaccettature – seppur molto coerente. Costante e orgoglioso, arriva ai limiti della testardaggine, dal momento che per una promessa fatta a 12 anni non toccherà mai più il terreno in vita sua. Nei confronti delle altre persone è però altruista e aperto, riesce a porsi in modo naturale con la società che lo circonda, diventando anche un punto di riferimento.
I primi personaggi ad essere presentati assieme a Cosimo sono i suoi familiari, ovvero il fratello Biagio e i genitori Arminio e Corradina. Biagio, narratore interno al romanzo, ricopre il ruolo di fedele amico e compagno del protagonista, di cui segue le indicazioni incondizionatamente. Pur essendo una figura positiva (anche per il suo grande altruismo), l’accondiscendenza che lo contraddistingue lo rende una presenza neutra all’interno della narrazione.
I genitori di Cosimo rappresentano invece delle figure più nette all’interno del suo percorso di crescita. Da un lato il padre Arminio viene presentato come distinto e ambizioso, ma molto legato agli aspetti materiali della vita e arretrato dal punto di vista politico. Dall’altro, la madre Corradina è autoritaria con i figli, ma profondamente premurosa – motivo per cui ricucirà nel tempo un rapporto molto forte con Cosimo.
Due personaggi particolarmente significativi per il percorso di crescita di Cosimo sono poi Viola e Gian dei Brughi. Viola, diminutivo di Violante, è anch’essa figlia di una nobile famiglia ligure. Figura molto ben caratterizzata all’interno del libro, ha un carattere incostante e a tratti imprevedibile. Sotto alcuni aspetti è infatti molto matura per la sua età, ma in diverse circostanze si dimostra viziata se non addirittura infantile, soprattutto prima dell’esperienza in collegio.
Viola è centrale perché rappresenta l’unico vero amore di Cosimo, con il quale i rapporti sono però particolarmente difficili. I due si riconciliano dopo l’esperienza di lei in un collegio, che sembra migliorarla dal punto di vista caratteriale. Una volta tornata si dimostra infatti più matura e dà in molte occasioni prova di fedeltà nei confronti di Cosimo; nonostante ciò, i due si lasciano a causa di reciproche gelosie. Lei si sposerà con un nobile inglese.
Gian dei Brughi è un brigante che Cosimo aiuta a scappare dalle autorità che lo stavano inseguendo. Uomo socievole e ben disposto nei confronti del prossimo, dimostra di essere volenteroso di sapere e di inseguire una crescita personale. Grazie all’aiuto di Cosimo, egli inizia a leggere assiduamente, ma ha poca cura dei libri: per questo i due romperanno i rapporti.
In seguito al litigio con il protagonista, Gian dei Brughi torna alla vita da brigante cui si era sempre dedicato. Successivamente ad una rapina fallita miseramente, però, egli morirà impiccato dalle autorità.
Algorino
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