Oltre ad essere stato re di Sicilia, duca di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme, Federico II di Svevia viene ricordato anche per la sua personalità eclettica e per la sua passione per l’arte, la letteratura e l'architettura.
Egli era in grado di parlare sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo) e promosse la diffusione e l’innovazione poetica attraverso la Scuola siciliana.
In questa mappa concettuale vengono descritti alcuni temi quali:
Federico II di Svevia, nato a Jesi il 26 dicembre 1194, è stato re di Sicilia (dal 1198 al1250), duca di Svevia (dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e infine Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme (dal 1225).
Egli apparteneva alla famiglia degli Hohenstaufen facente parte della nobiltà Sveva, era conosciuto con l’appellativo stupor mundi, “stupore del mondo” ed aveva una personalità poliedrica che affascinò sin dalla sua epoca il popolo e successivamente molti storici.
Il suo regno fu caratterizzato da una solida attività amministrativa che portò innovazione anche nel campo culturale e artistico. Egli fu però più volte contrastato dalla Chiesa che lo scomunicò per ben due volte. Federico era molto vicino alla letteratura dei suoi tempi e rese la sua corte in Sicilia un luogo di incontri per artisti e studiosi da ogni parte del mondo, oltre ad aver fondato la Scuola siciliana, la quale ebbe un ruolo importante su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana.

I contemporanei di Federico si rivolgevano a lui con l’appellativo stupor mundi (“stupore del mondo”) a causa del suo forte interesse per la letteratura, la filosofia, l’astrologia e la matematica. Era appassionato anche della medicina e delle scienze naturali (fece costruire a Palermo uno zoo che conteneva molti animali esotici). La sua più grande passione erano i falchi tanto che scrisse anche un manuale sulla falconeria, il De arte venandi cum avibus.
Per poter regnare al meglio Federico scelse alcune figure importanti che fungevano da suoi consiglieri come, per esempio, i figli Enzo e Federico, oltre che Galvano Lancia, Taddeo da Sessa, Elia da Cortona, Giovanni da Procida, Berardo di Castagna, Corrado III di Scharfenberg e Pier della Vigna. Un’altra figura importante fu quella di Ermanno di Salza, maestro dell’Ordine teutonico, che ebbe il ruolo di mediatore tra papa Gregorio IX e l’imperatore.
Durante il suo regno Federico condusse un’intensa attività legislativa. In particolare, nella città di Melfi nel 1231, si avvalse di un gruppo di giuristi per poter costituire una vera e propria raccolta organica che prese il nome di Costituzione di Melfi.
Il vero sogno di Federico era quello di riorganizzare il suo regno, il regno di Sicilia: esso fu ripartito in undici distretti territoriali chiamati Giustizierati, poiché governati dai giustizieri. I giustizieri dovevano sottostare alle volontà del loro superiore, il maestro giustiziere, il quale era il referente diretto dell'imperatore.
Gli undici distretti stabiliti da Federico II furono di due tipi, peninsulari e insulari:
- Tra i peninsulari vi erano: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Capitanata, Principato e Terra Beneventana, Terra di Bari, Terra di Lavoro e Contado di Molise, Terra d'Otranto, Valle di Crati e Terra Giordana.
- Tra gli insulari, invece, vi erano: Sicilia al di qua del Salso e Sicilia al di là del Salso.
Nel 1224 Federico istituì a Napoli la prima università laica della storia d’Occidente. L'università si concentrava maggiormente sullo studio di diritto e retorica e rese Napoli la capitale della scienza giuridica.
Federico II contribuì alla nascita della letteratura italiana, soprattutto attraverso la Scuola siciliana nata tra il 1230 e il 1250. I moduli espressivi e le tematiche utilizzate nella Scuola siciliana furono ripresi dalla Scuola toscana. La corte di Federico accolse molti poeti che costituirono la scuola poetica siciliana, la quale inventò il sonetto.
Anche Federico II si cimentò in una sua opera letteraria che intitolò De arte venandi cum avibus ( L’arte di cacciare con gli uccelli ). L’opera è in realtà un trattato differente dalle enciclopedie zoologiche precedenti, le quali descrivevano gli animali come esseri mitologici.
Nella sua opera l’imperatore tratta alcuni problemi legati all’allevamento, l’addestramento e la caccia facendo fede esclusivamente all’esperienza e all’osservazione diretta. Egli era, infatti, un amante della caccia, in particolare con il falco addestrato. La caccia con i falchi non era per lui solo un passatempo, ma una scienza e uno studio costante di qualsiasi libro trattasse dell’ornitologia e della caccia.

Federico II fu anche un importante mecenate della sua epoca. In particolare gli artisti provenienti dalla Germania portarono a corte lo stile del gotico tedesco e solo in seguito Federico II invitò anche i cistercensi che diffusero uno stile gotico architettonico più sobrio.
Oltre alle novità gotiche, l’imperatore promosse anche il recupero dei modelli classici sia riusando le opere antiche sia facendone produrre di nuove secondo i canoni romani. Anche la corrente naturalistica fu molto diffusa alla sua epoca, la quale spingeva a rappresentare le cose che esistono così come sono.
Nel 1239 Federico emanò uno statuto speciale per la riparazione dei castelli già esistenti oltre a promuovere la costruzione di centinaia di nuovi castelli, in particolare nei territori di Puglia, Basilicata e Molise. Tra le opere architettoniche più celebri si può menzionare Castel del Monte, situato su un’isolata altura nelle campagne di Andria.

A seguirlo nel suo progetto architettonico fu Riccardo da Lentini, con il quale non solo edificò nuovi castelli, ma anche residenze e palazzi imperiali in tutta l'Italia meridionale. Le strutture potevano avere scopi militari, residenziali o potevano essere utilizzate per svolgere attività ludiche o agricole.