La vita
La formazione ecclesiastica
Giuseppe Parini nasce a Bosisio il 23 Maggio del 1729 da Francesco Maria, mercante di stoffa e Angiola Maria.
La sua formazione inizia presso i sacerdoti del suo paese d’origine, fino a quando il Parroco di Canzo lo mette in contatto con l’ambiente culturale Milanese. Qui, prosegue gli studi presso le scuole di Sant’Alessandro grazie alla prozia che lo ospita e paga la sua formazione a patto che lui prenda gli ordini sacerdotali, cosa che avviene nel 1754.
Nel 1952, pubblica una prima raccolta di rime “Alcune poesie di Ripano Eupilino",composta da novantaquattro componimenti sacro, profano, amoroso, pastorale e satirico, grazie alla quale entrò a far parte dell’Accademia dei Trasformati l’anno successivo.

Precettore a palazzo Serbelloni
Dal 1954 al 1962, Parini presta servizio come Precettore a palazzo Serbelloni, dove entra in contatto con la nobiltà e il pensiero di intellettuali francesi come Voltaire e Rousseau, che influenzarono i suoi scritti. A questo periodo risalgono le seguenti lavori: due lettere intorno al libro intitolato “i pregiudizi delle umane lettere”, una polemica letteraria all’opera di Alessandro Bandiera, Dialogo sopra la nobiltà, La salubrità dell’aria, Polemica letteraria contro “I dialoghi della lingua toscana” di Onofrio Branda e La impostura.
Lasciata casa Serbelloni, si sposta in casa Imbonati come precettore di Carlo, a cui dedica, nel 1964, l’ode “L’educazione”.
Il ruolo del Conte Firmian
Nel 1763, spinto dal conte Firmian e dall’Accademia dei Trasformati, Giuseppe Parini pubblica in anonimo il poemetto “Il Mattino” e nel 1965 “Il Mezzogiorno” (entrambe, unite a “Il Vespro” e “La Sera” andranno a comporre “Il Giorno”), ampiamente apprezzati dalla critica. Nel 1768 il Conte Firmian lo nomina poeta ufficiale del Regio Ducale Teatro e gli offre l’incarico di direttore della Gazzetta di Milano.
L’anno successivo gli viene assegnata la cattedra di eloquenza e belle arti presso le Scuole Palatine, che mantiene fino al 1773. Nel periodo che va dal 1770 al 1771 rintracciamo le due opere teatrali “L’amorosa incostanza” e “L’Iside salvata e l’opera pastorale “Ascanio in Alba”.
La composizione delle Odi
Nel 1777 entra a far parte dell’Accademia dell’ Arcadia con lo pseudonimo Darisbo Elidonio, in questi anni pubblica varie odi: Odi illuministe (La salubrità dell’aria, L’educazione, L’evirazione, La vita rustica, L’innesto del vaiuolo), La laurea, La notte, Brindisi, La caduta, In morte del maestro Sacchini, Al consigliere barone De Marini, Il pericolo, La magistratura, Il dono, La gratitudine.
Nel 1791 vengono pubblicate sotto il titolo “Odi dell’abate Parisi già divolgate” ventidue odi.
Gli ultimi anni e la morte
Nel 1796 i francesi, guidati da Napoleone Bonaparte, occupano Milano. Dall’ode “A Delia” si intuisce che Giuseppe Parisi condannava la guerra e la violenza generate da questa conquista. Il 15 Agosto del 1799 muore a Milano, dopo aver dettato il sonetto “Predàroi filistei l'arca di Dio”, in cui fa riferimento alla recente riconquista di Milano.
Viene sepolto nel cimitero della Mojazza con funerali umili come da lui richiesto nel testamento. Tra i pochi partecipanti alla cerimonia vi fu Calimero Cattaneo, abate e professore di rettorica presso Brera, che pose l’epitaffio, ancora oggi esistente, sulla sua tomba.

La critica
La critica negli anni ha distinto i contenuti delle opere di Giuseppe Parini tra:
- contenuti influenzati dall’illuminismo: temi civili, politici e morali. Questo aspetto è stato esaltato dalla letteratura romantica e in particolare da Francesco de Sanctis;
- contenuti influenzati dalla tradizione arcaica: aspetti poetici e stilistici. Aspetto apprezzato da Giosuè Carducci che lo identifica come prosecutore della tradizione letteraria dell'Arcadia.
Gli studi successivi hanno però evidenziato come questa caratteristica degli scritti di Parini sia conciliabile con il suo percorso letterario, iniziato con i valori civili dell’ideale illuminista per poi spostarsi in una direzione neoclassica, derivata dalla delusione storica del periodo in cui visse.
Il pensiero illuminista
Il suo pensiero era in stretta connessione con gli ideali dell’Illuminismo, in lui possiamo rintracciare non solo elementi comuni, ma anche di rifiuto.
Giuseppe Parini apprezzava e sosteneva il principio di eguaglianza degli uomini, l’umanitarismo e il solidarismo sociale e le scoperte scientifiche, criticava la religione ipocrita, l’Inquisizione e la guerra religiosa, l’ateismo e gli atteggiamenti antiecclesiastici.
Contrariamente al pensiero Illuminista rifiutava il materialismo, il libertinismo, le teorie anticlassiciste, l'ateismo e gli atteggiamenti antiecclesiastici.
Le opere
Le opere di Giuseppe Parini possono essere suddivise in poetiche e teatrali:
- opere poetiche (alcune poesie di Ripano Eupilino, Dialogo sopra la nobiltà, Il giorno e le Odi)
- opere teatrali (Amorosa incostanza, Iside salvata e Ascanio in Alba).