Cos’è la globalizzazione
La globalizzazione – per come la si intende comunemente – prende piede tra XX e XXI secolo come un fenomeno prettamente economico e commerciale. È stata causata soprattutto dalla spinta delle nuove tecnologie, che hanno permesso agli Stati di intensificare i loro scambi economici su grande scala. Nata all’insegna del progresso e della crescita economica, la globalizzazione si è sviluppata creando un fenomeno molto complesso e sfaccettato. Con il passare del tempo essa ha abbracciato aspetti non solo tecnologici ed economici, ma anche socio-culturali, cambiando per sempre il modo di vivere dell’essere umano.
L’evoluzione della globalizzazione
In realtà l’evoluzione della globalizzazione ha avuto una strada più complessa di quella sopra accennata, seguendo tre diverse fasi.
La prima ondata
A cavallo tra 1840 e 1919 la globalizzazione visse quella che viene indicata come la sua prima ondata. L’invenzione di nuovi mezzi di trasporto (come le navi a vapore e le ferrovie) e di comunicazione (il telegrafo) hanno abbattuto i tempi e i costi, rendendo il mondo più piccolo. Come conseguenza, per gli imprenditori è diventato più conveniente produrre all’estero, “delocalizzando” le diverse parti dell’azienda in altrettanti posti nel mondo – in base alla convenienza.

La fase di arresto
Nel periodo tra le due Guerre mondiali (1918-1939) le nazioni assunsero un atteggiamento molto più diffidente, chiudendo i propri confini commerciali secondo i dettami del protezionismo. La diffusa crisi economica fu alimentata dalla riduzione degli scambi internazionali, facendo sembrare che la globalizzazione si fosse arrestata.
La ripresa di vigore
A partire soprattutto dagli anni ’70 ci fu un ritorno della globalizzazione: due governi conservatori, quelli di M. Thatcher (Regno Unito) e R. Reagan (USA) sollevarono le imprese da molte regole sulla produzione. Ne scaturì una seconda ondata di globalizzazione, con la spinta delle imprese che diede il via a nuove libertà negli scambi internazionali. Il quadro è inoltre diventato istituzionalizzato con il moltiplicarsi di accordi internazionali, come i GATT e l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).

Le tecnologie del mondo interconnesso
Dalle navi a vapore fino alla robotica, la globalizzazione non sarebbe stata possibile senza l’avanzamento tecnologico. In particolare, il campo che per eccellenza che ha fatto da collante tra i vari aspetti del mondo senza barriere è stata la comunicazione. Sin a partire dall’invenzione del telefono (Meucci, 1871; Bell, 1876) all’invio di messaggi senza fili (Marconi, 1896; satellite Echo, 1960), l’interconnessione globale è stata fondamentale nel diffondere nuovi modi di pensare e innovare.

Arriva poi, dulcis in fundo, anche internet: utilizzato all’inizio per servire l’esercito sotto il nome di ARPANET (1969), esso ha rivoluzionato completamente il modo di vivere anche del mondo civile. L’esistenza di una piattaforma estremamente accessibile piena di contenuti ha reso quella moderna la “società della conoscenza”, dando sì la possibilità a chiunque di alfabetizzarsi, ma anche creando un senso di alienazione (come spiegato da McLuhan).
Gli aspetti economici
Economicamente, la globalizzazione nasce dalla diffusione delle idee cosiddette “neoliberiste”, che sostengono la necessità di liberalizzare il commercio – ovvero liberarlo da regole e aprirlo all’estero. Questo indirizzo permette agli Stati di ogni parte del mondo, secondo la Banca Mondiale, di crescere in ricchezza, traendo vantaggio dal rimpicciolimento del mondo.
Come conseguenza, le grandi imprese traggono vantaggio dalla globalizzazione e dall’annessa delocalizzazione. L’Organizzazione internazionale dei lavoratori ha però sottolineato come questa tendenza rischi di portare meno impiego negli Stati cosiddetti avanzati, esponendo contemporaneamente le popolazioni dei Paesi “in via di sviluppo” allo sfruttamento.
La globalizzazione nello spazio: un’unica cultura?
La facilità di movimento non significa solo un commercio più facile per le imprese, ma anche l’abbattimento delle barriere per i comuni cittadini: ciò ha portato ad un incremento sia del turismo che – soprattutto – dell’immigrazione. Con picchi mai raggiunti prima, popolazioni di culture completamente diverse vengono in contatto, creando nuove società multiculturali.

Alcuni studiosi hanno sottolineato come la globalizzazione abbia portato più ad un’ americanizzazione della società moderna che ad uno scambio multiculturale equo. Si rischiano dunque così tre diversi scenari negativi:
1. L’omologazione delle culture, con la perdita delle tradizioni;
2. L’ibridazione, con la perdita dell’originalità di ciascuna cultura;
3. Lo scontro qualora una civiltà cerchi di imporsi su un’altra (secondo il pensiero di S. Huntington).