La fase Edoardiana (1337-1360)
Le ostilità iniziarono nel 1337 da re Edoardo III d’Inghilterra, che aveva due fini:
- Conquistare la Francia sud-occidentale per motivi economici e strategici;
- Diventare re di Francia: era convinto di essere il legittimo difensore del titolo.
Inizialmente egli cercò di provocare la Francia, governata da re Filippo VI, tramite delle scorribande. Non riuscendo ad ottenere una dichiarazione di guerra, però, avviò lo scontro attraversando lo stretto della Manica nel 1340.
L’assedio di Calais
Inizialmente entrambe le parti furono in difficoltà: mentre l’Inghilterra aveva solo problemi economici, la Francia viveva anche una crisi militare. Il bilancio fu però da subìto a favore degli inglesi, che riuscirono a guadagnare diverse basi nell’Europa continentale, anche grazie all’utilizzo dell’arco lungo. L’assedio di Calais si tradusse in una tregua (1347), che venne soprattutto siglata per lo scoppio della devastante peste nera. La Francia sfruttò questo periodo per riorganizzarsi militarmente: rafforzando la cavalleria, riuscì ad ottenere diverse vittorie e a riaprire la guerra per cercare di scacciare l’invasore inglese.
Un nuovo attore: il “Principe nero”
Edoardo detto il “Principe nero”, figlio del re, raccolse un esercito per un contrattacco: gli inglesi, ben organizzati, riuscirono a rapire il re francese, facendo sprofondare l’intera Francia nel caos. Il nuovo reggente di Francia, Carlo V dovette sedare dunque diversi disordini interni.

L’Inghilterra si dimostrò superiore e strappò il vantaggioso trattato di Brétigny (1360), rinunciando al trono ma guadagnando:
- La parte sudoccidentale della Francia;
- Molto denaro.
La fase Carolina (1360-1389)
Carlo V, nonostante la crisi interna, decise di riaprire il conflitto contro l’Inghilterra in modo indiretto, intervenendo nella guerra civile di Castiglia. La scelta risultò vincente con il successo culminato nella battaglia navale di La Rochelle (1372), nella Manica. Ne seguirono dei problemi per Edoardo III d’Inghilterra, che aveva perso moltissimo denaro e dovette imporre una tassa (chiamata focatico) ad ogni famiglia. I locali si ribellarono e chiesero aiuto alla Francia, che dichiarò così nuovamente guerra all’Inghilterra nel 1368.
La Francia riuscì a riconquistare tutti i territori persi grazie alle tattiche di logoramento. Cercò poi di espandere le vittorie militari attaccando l’Inghilterra dal Tamigi verso Londra e in Scozia, ma le difficili operazioni ristagnarono: venne così siglata una nuova tregua nel 1388.
Alcuni avvenimenti paralleli
In queste fasi vi furono diversi avvenimenti paralleli esterni ma collegati alla Guerra dei Cent’Anni:
- Tentativi fallimentari di negoziati tra il 1375 e il 1377;
- Ribellioni interne agli Stati, sedate solo ad anni ’80 inoltrati;
- L’Inghilterra era regnata da poco da Riccardo II;
- Re Carlo VI iniziò a mostrare segni di instabilità mentale, per cui il governo venne presieduto dalla regina Isabella.
La follia di Carlo VI portò ad una dilaniante guerra civile francese. Da un lato c’erano i nobili Armagnacchi guidati dal figlio del re, mentre dall’altro i Borgognoni guidati da Giovanni senza Paura. Il secondo schieramento non esitò a chiedere manforte agli inglesi, dando così il via alla terza fase della Guerra dei Cent’Anni.
La fase dei Lancaster (1415-1429)
Enrico V, appoggiando con decisione Giovanni senza Paura, seppe sfruttare il momento di debolezza francese. Partì alla conquista della Normandia e, pur avendo meno uomini, riuscì ad eliminare ben il 40% della nobiltà francese nella battaglia di Anzincourt (1415). Inferiore militarmente e isolata militarmente, la Francia era nel caos: per questo Enrico V avviò un’occupazione fulminea a partire dal 1417. Venne così siglato il trattato di Troyes (1420), che consegnava le corone unite di Francia e Inghilterra ai successori di Enrico V.
Enrico VI divenne re ad appena nove mesi; quindi, un consiglio di nobili inglesi lo allontanò dalla madre per evitare troppe influenze francesi. Dall’altra parte, alla morte di Carlo VI, una fazione di nobili iniziò a sostenere Carlo VII come nuovo re legittimo. Gli inglesi ripresero dunque le armi (1423) sconfiggendo a più riprese gli avversari e affermando la loro superiorità.

La fase conclusiva (1429-1453)
Emerse qui la figura di Giovanna d’Arco: la giovane, che sosteneva di essere chiamata da Dio a risollevare le sorti della Francia, si recò personalmente da Carlo II.

Convinto dalla ragazza assieme al resto della nobiltà, il sovrano partì per Orléans e ruppe l’assedio inglese, ottenendo poi diverse vittorie in pochi anni. I francesi dovettero però fermarsi; Giovanna d’Arco cercò la guerra ad oltranza, ma venne condannata a morte per eresia.

Carlo VII convocò la prima conferenza europea per cercare una pace definitiva, ma i conflitti con l’Inghilterra proseguirono fino al 1438, anno in cui vi fu una tregua che venne poi generalizzata a Tours nel 1444. Quattro anni dopo la Francia riprese le ostilità riconquistando tutti i territori continentali una volta persi, fatta salva Calais. La pace definitiva arrivò solo vent’anni dopo: Luigi XI di Francia comprò la neutralità di Edoardo IV d’Inghilterra, segnando con il trattato di Picquigny la fine della Guerra dei Cent’Anni (1474).