Le premesse
Gli anni che seguirono la morte del profeta Maometto furono segnati dall’espansione musulmana: l’islam arrivò, tra il 622 e il 750 d.C., a controllare un’area vastissima, che comprendeva anche Gerusalemme – Terra Santa per islam, ebraismo e cristianesimo.

Sottomettendo nuove popolazioni, il potere musulmano creò per molte delle popolazioni conquistate lo status di dhimmi: i cristiani erano liberi di non convertirsi, ma dovevano pagare una tassa e sottostare ad alcune discriminazioni. La convivenza religiosa era generalmente pacifica, anche se alcuni episodi di conflitto vennero successivamente ingigantiti per sostenere le crociate.
Due episodi contribuirono a peggiorare le relazioni tra potere islamico e cristiani:
- Il califfato di al-Mansur al-Hakim, considerato successivamente pazzo, che perseguitò chiunque non fosse ismailita (compresi gli altri musulmani);
- La conquista di Gerusalemme da parte dei turcomanni (1077), in seguito della quale si diffusero molte voci sulle discriminazioni ai danni dei pellegrini cristiani in Terra Santa.
La prima crociata
Le recenti evoluzioni preoccupavano altamente il mondo cristiano. Venendo in soccorso all’imperatore bizantino Alessio I Comneno, durante il Concilio di Piacenza (1095), il papa Urbano II invocò la prima crociata della storia. Probabilmente il suo obiettivo non era solo di riconquistare Gerusalemme, ma anche di riunire sotto la sua guida la Chiesa Orientale e quella Occidentale.
La prima crociata fu inizialmente combattuta dai ceti bassi della popolazione, che si unirono con la speranza di salire in paradiso alla conquista di Gerusalemme. Essi furono militarmente poco saggi e rischiarono di mandare a monte tutta la campagna in seguito alla sconfitta di Civetot.

La spedizione venne vinta dai cristiani soprattutto grazie all’aiuto portato da cinque principi: Raimondo IV, Boemondo I e Tancredi (Italia meridionale); Goffredo e Baldovino di Buglione (Europa settentrionale). I loro eserciti riuscirono ad avanzare fino a Gerusalemme (1099), vincendo anche grazie alla frammentazione interna della controparte musulmana.
Le crociate del XII secolo
Nonostante la città Santa fosse ormai conquistata, le crociate non si fermarono: la precarietà delle conquiste lasciava le porte costantemente aperte ad un ritorno musulmano. In seguito alla perdita delle città di Aleppo ed Edessa, il papa ordinò l’inizio della seconda crociata (1145). Essa si sviluppò su due fronti:
- I monarchi cristiani mossero a piedi dall’Europa, avanzando attraverso conquiste in Portogallo, Spagna ed Europa settentrionale. Queste spedizioni, di cui alcune fuori dall’egida papale, vennero portate a termine entro il 1162;
- In Egitto, dopo alcuni avvicendamenti, arrivò al potere l’influente Salah al-Din (o Saladino). Le sue doti diplomatiche gli consentirono di espandere l’islam anche nei momenti di difficoltà militare, fino a conquistare anche la Palestina e Gerusalemme.
Gregorio VIII indisse la terza crociata con la bolla Audita tremendi, al fine di riconquistare Gerusalemme. La spedizione, iniziata nel 1189, fu caratterizzata dalla presenza di illustri re, tra cui Riccardo “Cuor di Leone” d'Inghilterra e Federico Barbarossa. L’assedio fondamentale alla città di Acri venne terminato nel 1191 con la vittoria dei crociati.
Le crociate del XIII secolo
Seguendo la predica di papa Innocenzo III, la quarta crociata prese il via nel 1198 con la forte influenza del doge di Venezia e di Filippo di Svevia. La spedizione fu tanto controversa da essere inizialmente scomunicata dallo stesso papa, ma riprese piede e terminò con la conquista di Costantinopoli; non arrivò però mai in Terra Santa né in Egitto.
Le successive crociate furono segnate dalla figura di Federico II: non partecipò mai alla fallimentare quinta (seppur l’avesse giurato), ma ne avviò una propria sotto forti pressioni di papa Gregorio IX. Il sovrano riuscì a vantare grandi conquiste con il solo uso della diplomazia, ma meno di vent’anni dopo Gerusalemme venne rimessa sotto assedio.
Seguirono le imprese di Luigi IX di Francia, entrambe infruttuose: la prima per motivi militari e la seconda per un’epidemia che decimò l’esercito. Poco servì l’aiuto del principe Edoardo di Inghilterra, che riuscì comunque a portare a casa una tregua decennale. Anche l’ultima crociata figlia della collaborazione francese tra papa Martino IV e Carlo I d’Angiò, fallì miseramente, fermandosi ancora prima di prendere piede.
I fenomeni sociali e geopolitici
Le crociate portarono con sé principalmente due fenomeni sociali:
- Consolidarono il romanticismo e racconti eroici nell’immaginario europeo, galvanizzando la popolazione – tanto che una crociata venne organizzata e combattuta da bambini e adolescenti. Dall’altra parte, vennero a malapena considerate un evento eccezionale dal mondo musulmano;
- Soprattutto la prima e la seconda gettarono i primi semi di antisemitismo – con le violenze messe in atto dai crociati durante le campagne.
Dal punto di vista geopolitico, le crociate furono importanti nell’aprire le porte commerciali dell’Oriente alle città di Venezia e Genova, che vi avrebbero successivamente basato la loro fortuna. Queste ultime però persero presto attrattiva per i sovrani cristiani, in parte assorti da altre problematiche e in parte impossibilitati a difendere territori così lontani.
