Liriche
Carmina
Risalgono quasi tutti agli anni della sua formazione, dal 1493 al 1502, in cui sotto l’influenza di amici umanisti e del maestro Gregorio da Spoleto ebbe modo di sperimentare la scrittura in versi latini. Ispirato dallo studio di autori come Catullo, Orazio e Ovidio, riprende tematiche come invettive e dediche occasionali, dedicate ad esponenti della cultura ferrarese. Inoltre si rifà agli esponenti dell’umanesimo padano d’area ferrarese come Tito Vespasiano Strozzi e Matteo Maria Boiardo.
Nel 1553 Giovan Battista Pigna stampò “Carmina”, un'antologia di sessantasette componimenti ariosteschi che conteneva anche sue poesie.
Rime
Dal 1493 al 1527 scrive in volgare quarantuno sonetti, ventisette capitoli in terzine dantesche, dodici madrigali, cinque canzoni e due egloghe. Le rime mostrano il distacco di Ariosto dalla produzione ferrarese contemporanea, infatti adotta uno stile più colloquiale e soluzioni narrative libere e realistiche. La maggior parte trattano temi quotidiani o amorosi, dedicati ad Alessandra Benucci; alcuni trattano temi politici e sociali.
Tenuti in poca considerazione dall’autore non vennero mai raccolti in un canzoniere ma nel 1546 Iacopo Coppa con il titolo “Rime di M. Lodovico Ariosto non più viste, et nuovamente stampate a instantia di Iacopo Modanese, ciò è Sonetti Madrigali Canzoni Stanze Capitoli”.
Teatro
Le commedie ariostesche contribuirono all’evoluzione dei generi teatrali del Rinascimento stabilendo il canone della drammaturgia regolare che prevedeva la struttura in cinque atti, le scenografie sfarzose e il ricorso a temi tipici latini. Le commedie di Ariosto possono essere inquadrate all’interno di un ventennio, che va dal 1508 al 1528, suddivisibile in due periodi separati dalle missioni diplomatiche a Roma.
Il primo periodo va dal 1508 al 1509 e vede la realizzazione di “Cassaria” e “I Suppositi”, entrambe in prosa ritmica e ispirate a Plauto e Terenzio, da cui riprende situazioni e personaggi.
Il secondo periodo va dal 1520 al 1528 e vede la realizzazione di “Il Negromante” e “La Lena”. Entrambe in endecasillabi sdruccioli, appartengono a una nuova evoluzione del genere.
Tragedia di Tisbe
Primo componimento giovanile, risalente al 1493, si ispira a Le metamorfosi di Ovidio, in particolare alla contrastata storia d’amore tra Piramo e TIsbe. L’epilogo di questa storia verrà ripreso da Boccaccio e da Shakespeare: Piramo credendo morta la sua amata si suicida, quando lei lo scopre si suicida a sua volta. Il manoscritto fu per molto tempo conservato dagli eredi di Ariosto, ma venne perduto probabilmente nel XVIII secolo.
Cassaria
Presentata alla corte estense nel 1508, fu scritta inizialmente in prosa per poi essere versificata in endecasillabi tre il 1528 e il 1529. La trama, ispirata alle opere di Plauto e Terenzio, ha per protagonisti Erofilo e Caridono, innamorati di Eulalia e Corisca, due schiave al servizio di Lucranio. L’opera venne pubblicata nel 1509 e nello stesso secolo vennero pubblicate altre otto edizioni.
Suppositi
Anch’essa ispirata a Plauto e Terenzio, venne presentata alla corte estense presso il Palazzo Ducale nel 1509. La trama, ambientata a Ferrara, tratta lo scambio di persona tra il giovane Erostrato, innamorato di Polinesia, e il servo Dulippo. La stessa commedia venne nuovamente presentata a Roma nel 1519, riscuotendo molto successo che portò alla sua stampa nel 1524.

Il Negromante
Prima commedia in versi, la prima stesura risale al 1509. Ne esistono due versioni: quella romana non fu mai messa in scena, mentre quella ferrarese fu presentata nel 1528. La trama tratta gli inganni del finto mago e negromante Lachelio, che verrà smascherato grazie all’intervento del servo Temolo. Entrambe le versioni furono stampate postume, rispettivamente nel 1535 e nel 1551.
I Studenti
Ariosto inizia la stesura de “I Studenti” intorno al 1518 senza mai concluderla a causa degli avvenimenti di quel periodo, l’eredità del cugino e il periodo trascorso a governare la Garfagnana. Per questo motivo, la trama risulta frammentata: i protagonisti sono due giovani innamorati della stessa ragazza, Ippolita, che scambiano la loro identità con i loro servi per farsi assumere dal padre di lei come contadini.
L’opera fu ripresa dal fratello Gabriele e dal figlio Virginio, che diedero vita rispettivamente a “La scolastica” e “L’imperfetta”.
La Lena
Composta in versi e rappresentata nel 1528 fu la commedia più apprezzata. I protagonisti sono Flavio e Licinia, due giovani innamorati che verranno ostacolati da vari intrighi in cui sono coinvolgi i genitori, Lena e il servo Corbolo. La commedia è stata stampata nel 1535 insieme a “Il Negromante”.

Romanzi cavallereschi
Obizzeide
Datato tra il 1503 e il 1504, si tratta di un poema epico lasciato incompleto che doveva celebrare la casata d’Este cantando le imprese di Obizzo III, colui che ebbe il vicariato sulla città di Ferrara.
Orlando Furioso
Poema cavalleresco in ottave composto per concludere l’opera di Boiardo “Orlando innamorato”. Ne furono pubblicate tre edizioni: la prima (1516) composta da quaranta canti, la seconda con undici (1521) canti sostitutivi e la terza (1532) con quarantasei canti. La trama si basa su tre registri (militare, amoroso ed encomiastico) trattando argomenti come la follia, la magia, la guerra, l’eroismo e l’encomio.
Satire
Ispirata alle omonime opere di Orazio e Vespasiano, si tratta di sette satire, composte tra il 1517 e il 1524 e indirizzate a parenti ed amici, scritte in forma di missive redatte in terzine dantesche. In queste, l’autore esprimeva il suo malessere a corte. L’opera venne pubblicata in modo clandestino nel 1543 e ufficialmente nel 1544.
Altre opere
“L’Epistolario” è formato da duecentoquattordici missive che furono raggruppate e rimaste sconosciute fino al 1887 quando fu pubblicato da Antonio Cappelli.
“L’Erbolato”, piccola opera in prosa scritta tra il 1524 e il 1530 era destinata agli intermezzi delle rappresentazioni teatrali. Il protagonista è Antonio da Faenza, un ciarlatano che loda la scienza mediche e il suo elettuario.