Ossi di Seppia
Il significato dell’opera
In Ossi di Seppia (1925) l’autore delinea la sua idea dell’esistenza umana: essa è come un osso di seppia, logorata e ridotta ad un oggetto inanimato, privo di vita. Montale, in questo modo, vuole allontanarsi dalla tendenza tipica della poesia di dare risposte e certezze al lettore. Ogni certezza viene meno perché inevitabilmente la vita di ognuno di noi verrà investita da quello che Montale definisce ‘’ il male di vivere’’.
Egli crede che più che una ''Provvidenza divina’’ esista una ‘’Divina Indifferenza’’, una figura del tutto distaccata dall’uomo e indifferente alle sue vicende e alle sue sofferenze.
Il titolo
Il titolo dell’opera fa riferimento ai relitti che il mare abbandona sulla spiaggia, portati a riva dalle onde. Come gli ossi di seppia anche le sue poesie non sono altro che frammenti di un discorso, non vere spiegazioni della vita. Gli ossi di seppia arrivano alla riva quasi per caso così come le momentanee illuminazioni dei poeti.
Nell’epoca in cui vivono Montale e gli altri poeti non riescono a lanciare un messaggio vero e proprio tanto che la sua poesia diventa scabra ed essenziale.
I temi
Le poesie della raccolta prendono spunto da un episodio della vita del poeta e dal paesaggio ligure in cui egli viveva. I temi trattati sono : la rottura tra l’individuo e il mondo, la consapevolezza che acquisisce l'uomo sulla precarietà della sua esistenza, ma anche la non rassegnazione in attesa di un miracolo, un cambiamento radicale.
Inoltre le sue poesie riflettono il tema dell’emarginazione sociale di cui furono vittime Montale e la sua famiglia, ma è questa stessa condizione che gli ha permesso di intensificare la sua percezione nel mondo e delle piccole cose che ne fanno parte, instaurando un dialogo con gli oggetti del paesaggio che lo circonda.
Le occasioni
In Le occasioni (1939) si evince il suo senso di desolazione e di mancata speranza nei confronti del mondo che lo circonda.
In questa raccolta sono presenti alcune figure femminili, come per esempio Clizia (nome con cui si riferisce a Irma Brandeis) che appare a Montale come una messaggera divina, con la quale vive un amore ideale che non diventa mai realtà.
In questa raccolta si può notare l’accentuarsi nella poetica di Montale della riflessione filosofica, la sua indagini sulle ragioni della vita e della morte, sul mistero dell’esistenza e dell'inesorabile scorrere del tempo.
La pubblicazione dell’opera risale al 14 ottobre 1939, poco dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale ed è dedicata alla poetessa americana Irma Brandeis di origine ebraica, la quale fu costretta a rimpatriare dopo la promulgazione delle leggi razziali.
Xenia
Negli ultimi anni della sua vita Montale ricomincia a scrivere cercando di portare avanti e approfondire la sua visione della vita.

Dopo la morte della moglie Drusilla Tanzi scrive una serie di poesie che costituiranno la raccolta intitolata Xenia (1966). Il titolo richiama xenia, che nell’antica Grecia riassumeva il concetto di ospitalità, compresi doni che venivano dati all'ospite, intendendo questa raccolta come un dono per la moglie defunta.
La poetica e il pensiero
La poesia
Montale utilizza la poesia come principale strumento per portare avanti la sua analisi sulla condizione esistenziale dell’uomo nella società moderna e sulla ricerca dell’assoluto a cui l’uomo non può dare una risposta. La poesia di Montale non rappresenta la via per ottenere delle risposte a questi dubbi, ma si limita a confessare agli uomini ‘’ciò che non siamo’’ in un’ottica pessimistica della vita in un periodo storico difficile.
Montale utilizza spesso la tecnica poetica ‘’correlativo oggettivo’’, infatti egli più che una soluzione effettiva, cerca una soluzione simbolica e la trova, per esempio, nel mare o in alcune figure femminili che hanno avuto un ruolo importante durante la sua vita.
Il poeta
Per Montale il poeta non è un moralista, piuttosto per lui la poesia è un modo per convincere l'uomo ad accettare la propria fragilità, incompiutezza e debolezza. Per lo stesso motivo egli non era vicino a nessuna teoria religiosa, filosofica che cercasse di definire la realtà, di conferire nell’uomo la fiducia in qualcosa di assoluto e che definisse l’esistenza umana attraverso il destino. La verità si manifesta all’uomo solo in rare occasioni che Montale considera dei miracoli.
Il linguaggio
Il linguaggio poetico montaliano è ricco di simboli che raffigurano la condizione umana, segnata dal malessere esistenziale e dall’attesa di un avvenimento che ci permetta di riscattare questa condizione e riveli il senso più nascosto della vita.
Le figure femminili
Nella poesia di Montale sono ricorrenti figure femminili date dall'ispirazione di Montale nei confronti di donne che hanno fatto davvero parte della sua vita.
Le donne di Montale ,che diventano delle vere e proprie muse, possono essere raggruppate in tre categorie:la donna superiore, la donna mostruosa e la donna complice.
Annetta
La prima donna è Annetta, presente in Ossi di Seppia, che si ispira ad Anna degli Uberti, donna che il poeta ha conosciuto in età giovane in Liguria. Annetta raffigura la morte prematura e di come una vita sia finita senza mai potersi realizzare.
Clizia
Nella raccolta successiva, Le Occasioni, viene introdotta la figura di Clizia, la poetessa Irma Brandeis nella realtà. Il nome scelto da Montale si rifà a quella di una ninfa innamorata di Apollo, presente nel raccolto delle Metamorfosi di Ovidio.
Volpe
In seguito, nelle sue opere, è presente Volpe, nella realtà la poetessa Maria Luisa Spaziani, la cui figura richiama all’idea di un amore più reale e passionale, non più divino come quello per Clizia.
Mosca
Infine, Mosca, nella realtà Drusilla Tanzi, l’unica tra le figure femminili poetiche di Montale che è stata una sua vera compagna. Questa figura femminile nasce nella raccolta Xenia, dedicata proprio alla moglie solo dopo la sua scomparsa. Nelle sue poesie fa spesso riferimento alla cecità della moglie e come, nonostante questo suo limite, fosse in grado di vedere in profondità senza limitarsi alla superficie visibile delle cose.
