Giovanni Boccaccio è una delle figure più influenti del panorama italiano e europeo, conosciuto prevalentemente per la sua opera “Decameron”. In Italia, insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca, compone le Tre Corone della letteratura italiana, ponendo le basi dell’Umanesimo.
In questa mappa concettuale andremo ad analizzare più approfonditamente le opere e il pensiero di questo grande autore.
Dopo un'infanzia passata a Firenze,Boccaccio arriva a Napoli nel 1327, e qui comincia quello che viene definito come il "periodo napoletano". Le opere principali composte in questo periodo sono quattro: Caccia di Diana, Filostrato, il Filocolo e Teseida; le andremo ad analizzare separatamente.
La Caccia di Diana è un'opera di Boccaccio che si ritiene sia stata scritta tra il 1333 e il 1334. Si tratta di un poemetto di 18 canti scritto in terzine dantesche. Il poema è una celebrazione delle nobildonne napoletane in chiave mitologica, infatti la trama racconta la storia delle ninfe, che, una volta ribellatesi alla casta Diana, offrono in sacrificio degli animali alla dea Venere. La dea della bellezza, come segno di apprezzamento dell''offerta, trasforma gli animali in uomini.
Tra questi vi è anche Boccaccio, che, grazie all'amore, arricchisce il suo animo. Così come in Dante ritroviamo quindi una concezione dell'amore in chiave stilnovistica che nobilita l'essere umano.
Il Filostrato è un'opera di Boccaccio che pare sia essere stata realizzata nel 1335. Si tratta nuovamente di un poemetto, ma questa volta è scritto in ottave. La trame è più tragica rispetto all'opera precedente, infatti il protagonista dell'opera è Troilo, figlio di Priamo, re di Troia, che si innamora della principessa greca Criseide, schiava di Troia.
La donna però, riesce a tornare dai greci, e, una volta a casa si dimentica di Troilo e si innamora di Diomede. Troilo ormai rassegnato affronta il suo destino e muore per mano di Achille.
Il linguaggio adottato nell'opera è difficile e altolocato .
Il Filocolo è un romanzo in prosa di Boccaccio che è stato realizzato probabilmente tra il 1336 e il 1339. Il protagonista della storia è Fiorio, principe saraceno, che si innamora di Biancifiore, una schiava cristiana. Il padre di Fiorio decide però di separarli e vende la schiava a dei mercanti. Dopo varie peripezie i due si ritrovano e Fiorio si converte al cristianesimo e sposa l'amata.

Il Teseida è un poema epico in ottave, composto probabilmente tra il 1339 e il 1340. L'opera costituisce il primo caso nella letteratura italiana di poema epico in volgare. In quest'opera si rievocano le gesta di Teseo che combatte contro Tebe e le Amazzoni.
Nel 1340 il padre richiamò Boccaccio a Firenze per motivi economici, comincia quindi quello che viene definito il "secondo periodo fiorentino", in cui scriverà numeroso opere. Quelle che ricordiamo sono La Comedia delle Ninfe fiorentine, L'Amorosa visione , la Elegia di Madonna Fiammetta e il Ninfale fiesolano.
A questa fase appartiene anche il Decameron, di cui potete trovare il riassunto e mappa concettuale approfondita sulla nostra pagina.
La Comedia delle ninfe fiorentine opera in prosa, scritta da Boccaccio orientativamente tra il 1341 e il 1342. Il protagonista dell'opera è Ameto, un pastore che incontra delle ninfe e si innamora Lia. Il protagonista passerà quindi attraverso uno stato di purificazione che lo porterà a passare da animale rozzo a uomo.
L' Amorosa visione è un poema composto da 50 canti e scritto in terzine, composto probabilmente tra il 1341 e il 1343. Il protagonista dell'opera è lo stesso Boccaccio, che racconta un'esperienza onirica da lui avuta. Infatti il poeta, un giorno, sotto la guida di una donna arriva ad un castello dove sulle mura vede delle scene che raccontano le storie di personaggi illustri del passato. In quest'opera è facilmente osservare la forte influenza dantesca è notevole sebbene manchi la parte relativa alla redenzione.
L'Elegia di Madonna Fiammetta è un romanzo in prosa, composto tra il 1343 e il 1344. La protagonista della storia è Fiammetta, una dama napoletana, sposata, ma innamorata di un altro uomo, Panfilio. Quest'uomo però la abbandona e dimentica, il che le crea tormento alla protagonista. Un elemento innovativo dell'opera è il fatto che questa è narrata dal punto di vista della donna, che non è più oggetto della passione dell'uomo ma diventa soggetto attivo.
Il Ninfale fiesolano è un poemetto in ottave composto probabilmente tra il 1344 e il 1346, che racconta le origini di Fiesole e Firenze.
Nell'ultimo ventennio, Boccaccio si dedicò sia alla composizione di opere con una forte componente umanistica e anche a quelle in lingua volgare. Si ricordano principalmente le opere enciclopediche: Genealogia deorum gentilium e il De montibus, e le opere narrative come il Corbaccio.
Il Corbaccio è una narrazione in prosa composta probabilmente dopo il 1366, in volgare. La trama dell'opera è incentrata sull'invettiva contro le donne, elemento strano per il poeta che ha sempre avuto una considerazione positiva di esse.
Boccaccio rappresenta di fatto un ponte tra il medioevo e il moderno. Infatti, se da un lato viene è associato mondo medievale per il suo attaccamento alla città natale e ai valori di quel tempo, dall'altro, il suo ottimismo e fiducia nel potenziale umano lo hanno reso un umanista.
Boccaccio rimase inoltre sempre attaccato alla città natale Firenze, dimostrando una grande affinità con l'atteggiamento dantesco. Sull'onda di Dante inoltre, il poeta affronta le vicende umane, legate alla volubile fortuna, ma lo fa in una maniera diversa, molto più "laica".
Boccaccio ha dimostrato un'incredibile versatilità nella letteratura fin dal periodo napoletano, sapendo utilizzare sapientemente il materiale letterario con cui è venuto in contatto. Le suo opere assorbono l'atmosfera di Napoli, l'etica cavalleresca francese e l'influenza arabo-bizantina e intrecciano i vari stili.
Ad esempio in il Filocolo:
- il titolo è un grecismo
- la narrazione vede come protagonisti Fiorio e Biancifiore, legati alla tradizione occitanica
- influssi classicisti
La prosa italiana con Boccaccio raggiunge un livello molto alto. Il poeta infatti adotta un periodare delle frasi più sciolto e dove prevale la concatenazione gerarchica dei periodi. Lo stile diventa quindi scorrevole e il linguaggio non aulico ma relativo alla dimensione quotidiana.
Al differenza di Petrarca, Boccaccio cerava sempre di fornire un'utilità pratica alle sue opere umanistiche. Un esempio di ciò è quando nell'opera De montibus, sottolinea i possibili errori e imprecisioni causate dalla sua ignoranza, e chiede ai lettori di intervenire e correggerli.
E se ho visto libri più corretti di quelli che si utilizzano, i lettori se ne accorgano e, per carità, siano inclini all'indulgenza e li correggano