Contesto storico
Il XV secolo fu un periodo di grandi cambiamenti economici, politici, religiosi e sociali. Tra gli eventi più importanti ci fu l’espansione dell'Impero ottomano e la nascita degli Stati moderni, tra cui le monarchie nazionali di Francia, Inghilterra e Spagna e la nascita dell'impero di Carlo V.
Inoltre, in seguito alla scoperta del Nuovo Mondo, iniziano le imprese coloniali dei paesi europei e il fulcro del commercio si sposta dal Mar Mediterraneo verso il Nord Europa e l'Oceano Atlantico. In ambito religioso, invece, fu resa pubblica la Riforma protestante, che segnò la divisione netta fra Chiesa cattolica e Chiesa protestante.
Periodizzazione
Tutt’oggi non è ancora facile stabilire con precisione una data di inizio del Rinascimento. Sicuramente Firenze è stata la culla di un rinnovamento culturale e scientifico tra il XIV e il XV secolo. Da Firenze, mediante lo spostamento degli artisti, le nuove idee di questo periodo furono esportate nel resto d’Italia e poi in tutta Europa.
Per quanto riguarda la fine del Rinascimento, essa ebbe in parte inizio dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492). Alcuni studiosi pongono la data della fine del Rinascimento al 6 maggio 1527, quando le truppe spagnole e tedesche saccheggiarono Roma.

Il ruolo dell’uomo
Con l’avvento del Rinascimento cambia la percezione dell’uomo, che da quel momento viene visto come un soggetto unico, capace di autodeterminarsi. L’uomo rinascimentale, con le sue capacità, è in grado di vincere la Fortuna e dominare sul mondo. Celebre è l’espressione homo faber ipsius fortunae («l'uomo è artefice della propria sorte»), attraverso la quale l’uomo è presentato come artefice di se stesso, senza bisogno di un sostegno da potenze divine.

Le conseguenze negative di questa nuova visione furono legate alla perdita delle certezze che si avevano, invece, nel mondo tolemaico. Nel Rinascimento diventano protagoniste le incertezze del singolo individuo, insieme alla paura del fallimento legata all’idea di autodeterminazione dell’uomo.
Inoltre l’Umanesimo, e quindi la riscoperta dei classici, rappresentano per l’uomo una formazione a livello spirituale, morale e civile. Tutto ciò porta allo sviluppo nell’individuo di una maggiore consapevolezza di tutte le doti che egli possiede e che la natura gli ha donato.
Il ruolo della società
Le idee rinascimentali erano in possesso di una piccola cerchia della società, cioè coloro che aspiravano ad un futuro nelle cariche pubbliche. Gli ideali umanisti erano invece condivisi da tutta la società borghese da cui spesso provenivano gli stessi intellettuali.
Infine, grazie agli artisti e alle loro opere maggiormente fruibili rispetto alla letteratura scritta ancora in latino, tutta la società potè avvicinarsi agli ideali rinascimentali.
I cambiamenti
Il rinnovamento culturale
Il rinnovamento culturale avviene nel Rinascimento con la trasformazione dell'educazione scolastica. Fino ad allora i libri utilizzati erano i testi medioevali consistenti in filastrocche da imparare a memoria. Nel periodo rinascimentale scompaiono i testi medioevali e le nuove generazioni studiano i classici nelle lingue originali: latino, greco, ebraico.
Il nuovo Umanesimo penetra anche nelle Università diffondendo l'insegnamento della grammatica, della retorica e della dialettica. In seguito si aggiungono anche l'aritmetica, la geometria e l’astronomia oltre all'analisi filologica delle grandi opere greche.
La scuola assume il compito fondamentale di formare i nuovi politici, attraverso lo studio dei grandi modelli del passato che insistono sul ruolo politico e sociale che deve occuparsi della res publica.
La vita quotidiana
Nel tempo libero i cavalieri svolgevano attività come la caccia e l’agricoltura, giudicate non appropriate per i nobili da Pietro de’ Medici. Al contrario la sua casata doveva dedicarsi ad attività come il torneo e la corsa delle lance, spesso praticati a Firenze. Erano molto frequenti sontuosi banchetti durante i quali veniva mostrata la ricchezza della famiglia e si tenevano piccoli spettacoli musicali e teatrali.
Il ruolo della donna
Con il rinascimento cambia anche il ruolo della donna rispetto al Medioevo. Dopo tanti anni, la donna rinascimentale nobile riceve un’educazione, pari a quella dell’uomo, basata sulle materie classiche. Oltre a questo la donna acquista rilievo nella vita sociale, infatti non svolge solo il ruolo di sposa e madre, ma anche diversi ruoli politici in assenza del marito.
Un esempio fu Lucrezia da Borgia a cui fu affidata dal marito l’amministrazione del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Oltre a questo ruolo, ella è stata anche un’importante mecenate che accolse a corte poeti e umanisti di gran fama.

Le abitazioni
Le abitazioni riflettevano la condizione sociale, infatti, a Firenze, le case dei più umili erano realizzate con mattoni, mentre quelle della borghesia erano in pietra. I nobili vivevano, invece, in case fortificate e protette da torri di avvistamento. Su tutte le dimore primeggiava la casa del principe come Palazzo Medici a Firenze.