Durante la seconda metà dell’Ottocento si svilupparono rispettivamente in Italia e Francia, due movimenti letterari, Verismo e Naturalismo, nati in seguito al positivismo.
In questa mappa concettuale verranno descritti:
Il Verismo è una corrente letteraria che si sviluppò in Italia tra il 1875 e il 1895, deriva soprattutto dalla cultura del Positivismo che vedeva nel metodo scientifico la soluzione di qualsiasi problema poiché considerato il un mezzo infallibile, fu inoltre influenzato dal movimento del Naturalismo nato in Francia nello stesso periodo.
La maggior parte degli intellettuali veristi si trovavano a Milano, città diventata il cuore della cultura verista, la maggior parte degli scritti di stampo verista rappresentavano però le realtà dell’Italia centro-meridionale (Toscana, Roma, Napoli e la Sicilia).
Tra i nomi dei principali esponenti troviamo quello di Luigi Capuana, il quale definì la cosiddetta “poesia del vero”, seguito poi da Giovanni Verga.
I veristi narravano la realtà sociale, umana, politica ed economica cercando di esprimere il proprio punto di vista senza però introdurre opinioni personali.

Il Verismo si distingue soprattutto per i temi trattati e le tecniche narrative utilizzate dagli scrittori. Tra queste è importante citare “il principio dell’impersonalità”: il narratore si discosta dal lettore, mettendosi in una posizione di netto distacco, scrivendo in terza persona, narrando in modo oggettivo ed impersonale, eliminando commenti ed opinioni che possano influenzare il giudizio e il pensiero del lettore.
Il linguaggio utilizzato è molto semplice, non colto la popolare, senza artifici grammaticali. Gli unici espedienti utilizzati sono la regressione, la concatenazione (sinonimi posizionati vicini nel testo), la concatenazione opposta (utilizzare in successione una parola e accanto il suo contrario), le ripetizioni e termini dialettali.
I temi principali sono le questioni sociali, popolari, economiche e politiche dell’epoca soprattutto per quanto riguarda la situazione del Sud Italia.
In Verga soprattutto, è molto enfatizzata l’idea di non poter migliorare le proprie condizioni di vita cioè, una persona umile non può riscattare la condizione economica e sociale in cui è nata nonostante abbia le qualità per farlo. Un povero non può diventare borghese o addirittura ricco.
Nel 1877 si riaffermò il Verismo ma con una diversa accezione: non si parlava del Verismo di Verga e Capuana ma di una nuova concezione in opposizione all’idealismo.
Il Verismo poetico faceva riferimento a quel gruppo di scrittori e letterati che definivano la realtà con una visione materialistica, parlando anche degli aspetti negativi e demolendo i canoni poetici.
Infatti i temi principali trattati erano gli elogi al vino, le critiche alle donne, l’anticlericalismo narrati senza utilizzare la regressione, l’oggettività, e il discorso indiretto libero.
Tra i maggiori esponenti vi sono Pier Enea Guarnerio, Girolamo Ragusa Moleti ed Ulisse Tanganelli.
Il Naturalismo è un movimento letterario sviluppatosi in seguito al Positivismo, in Francia, intorno alla seconda metà dell’Ottocento. Si basa soprattutto nel definire la realtà utilizzando gli stessi mezzi utilizzati nelle scienze naturali, cioè con il metodo scientifico (osservazione, sperimentazione e verifica del risultato).
Viene descritta la realtà sociale e politica in modo oggettivo e scientifico senza nessuna influenza del pensiero personale, in terza persona, in modo oggettivo descrivendo l’intreccio narrativo così come accade.
Questa corrente letteraria si ispirava all’ideologia deterministica e meccanicistica della società che prendeva il sopravvento sull'uomo portandolo alla rovina.
I Naturalisti si ispirarono soprattutto a Honoré de Balzac, Gustave Flaubert ed Emile Zola.
Flaubert in particolare fu il primo ad introdurre la teoria dell’impersonalità, l’uso del “discorso indiretto libero” ed il sarcasmo nella scrittura.
Tra gli esponenti del Naturalismo si distinguono i fratelli Goncourt, Edmond e Jules de Goncourt.
I Naturalisti utilizzavano la scrittura ed il romanzo come mezzo per descrivere la realtà attraverso il metodo scientifico e la concezione deterministica.
Le basi della teoria del romanzo sperimentale sono due: osservazione della realtà per poi riprodurla fedelmente in modo oggettivo e l’utilizzo della scrittura come mezzo oggettivo.
La denuncia sociale era il tema ricorrente nella narrativa naturalista, soprattutto la vita quotidiana, il proletariato e le condizioni sociali, le passioni che potevano sfociare nella follia o nel crimine.