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L'economia-mondo descrive un sistema globale diviso tra centro, con attività ad alto rendimento, e periferia, con lavori a basso rendimento. Questa struttura ha origini nel XVI secolo e si è evoluta con l'industrializzazione e la globalizzazione, mantenendo però disparità significative.
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CENTRO
COSTITUITO DA UNA O PIU' NAZIONI (INGHILTERRA, FRANCIA) DOVE SONO SVOLTE ATTIVITA' ECONOMICHE AD ALTO RENDIMENTO
MANIFATTURE SPECIALIZZATE
ATTIVITA' FINANZIARIE
COMMERCI INTERNAZIONALI
TRA IL 1600E 1700 COMMERCIO DI ALTISSIMO RENDIMENTO DEI ESSERI UMANI
LA TRATTA DEGLI SCHIAVI, UOMINI DI COLORE PROVENIENTI DALL'AFRICA NERA CHE GIA' I PORTOGHESI AVEVANO DEFINITO DEI LAVORATORI INSTANCABILI
UFFICIALMENTE PROIBITA NEL 1815
IN MANO A INGLESI E OLANDESI CHE CON LE LORO ROTTE COSTITUISCONO IL COMMERCIO TRIANGOLARE
LONDRA O AMASTERDAM - GOLFO DI GUINEA
GOLFO DI GUINEA - ANTILLE
ANTILLE - LONDRA O AMSTERDAM
PERIFERIA
COSTITUITA DA UNA O PIU' NAZIONI (ITALIA, SPAGNA, AFRICA, ASIA, AMERICA...) COSTRETTE DAL CENTRO A SVOLGERE ATTIVITA' A BASSO RENDIMENTO
COLTIVAZIONI
ESTRAZIONI MATERIE PRIME
PICCOLO COMMERCIO
SONO PAESI PIU' POVERI CHE CADONO IN SEGUITO NEL SOTTOSVILUPPO
Il concetto di economia-mondo, introdotto dallo storico Fernand Braudel, descrive un sistema economico globale caratterizzato dalla divisione internazionale del lavoro. Questo sistema distingue tra "centro", con economie avanzate e diversificate, e "periferia", con economie meno sviluppate e spesso dipendenti dalla produzione di materie prime. Emergendo nel XVI secolo durante l'espansione europea, l'economia-mondo ha facilitato l'interconnessione economica tra le nazioni, influenzando profondamente lo sviluppo globale.
Nell'economia-mondo, i paesi periferici sono tipicamente caratterizzati da un'economia basata sull'agricoltura, l'estrazione di risorse naturali e su attività a basso valore aggiunto. Questa specializzazione economica, spesso imposta o influenzata dalle politiche e dagli interessi dei paesi del centro, contribuisce a mantenere la periferia in uno stato di dipendenza economica e di sviluppo limitato. La mancanza di investimenti in settori ad alta tecnologia e innovazione impedisce ai paesi periferici di avanzare nella gerarchia economica globale.
I paesi del centro, spesso nazioni industrializzate e tecnologicamente avanzate, dominano le attività economiche ad alto valore aggiunto come la produzione industriale sofisticata, i servizi finanziari e il commercio internazionale. Queste nazioni esercitano un'influenza significativa sulle politiche economiche globali e detengono il controllo delle istituzioni finanziarie internazionali. La loro posizione dominante permette loro di guidare lo sviluppo economico e di influenzare le condizioni di scambio a livello mondiale.
Il commercio triangolare, che raggiunse il suo apice tra il XVII e il XVIII secolo, fu un sistema di scambio che coinvolgeva l'Europa, l'Africa e le Americhe. Gli schiavi africani venivano trasportati verso le Americhe, dove erano costretti a lavorare nelle piantagioni e nelle miniere. I prodotti delle colonie, come zucchero, tabacco e cotone, venivano poi esportati in Europa. La tratta degli schiavi, una pratica inumana e moralmente riprovevole, fu progressivamente abolita nel corso del XIX secolo, ma lasciò un'eredità duratura di disuguaglianza e di tensioni razziali.
L'economia-mondo ha subito significative trasformazioni dalla sua origine nel XVI secolo. L'industrializzazione, iniziata nel XVIII secolo, ha portato a un cambiamento radicale nelle strutture produttive e nelle relazioni economiche internazionali. Il XX secolo ha visto l'ascesa della globalizzazione, che ha intensificato l'interdipendenza economica tra le nazioni e ha dato vita a nuove dinamiche di mercato, con l'emergere di multinazionali e la liberalizzazione del commercio.
Nonostante la crescente globalizzazione, la divisione tra centro e periferia rimane una realtà del sistema economico mondiale contemporaneo. Questa struttura perpetua le disuguaglianze economiche e limita le opportunità di sviluppo per i paesi periferici. La sfida odierna consiste nel trovare strategie efficaci per ridurre il divario tra centro e periferia, promuovendo uno sviluppo economico più equo e sostenibile, che tenga conto delle esigenze ambientali e sociali di tutte le nazioni.
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